Per lei
Non accendevo il pc da parecchi giorni e questa mattina l’istinto ha vinto su tutto.
Oppure credo sia stato qualcosa di molto più grande.
Volevo scrivere.
Non che lo stia facendo per un motivo in particolare o perché io sia la migliore di un gruppo che si è creato in questi mesi, ma perché io sono così, faccio parlare ciò che ho dentro, soprattutto il dolore.
Questa mattina sono rimasta di stucco, mi si è fermato un pezzo di corpo come se mi chiedesse attenzione.
Marina.
Non serve conoscere una persona per poterla descrivere o neppure parlarci una vita intera per sentire il bisogno di raccontare di lei.
Non era solo un nome, lei come tutti noi aveva messo le sue parole, i suoi versi, i suoi sentimenti su carta e si era fatta conoscere, aveva donato al vento quella parte di sé che di sicuro soffriva, ma scalpitava vogliosa di vita sotto quel mantello di dolore che la stava portando via e noi purtroppo non sapevamo nulla.
Stamattina l’ho paragonata ad una farfalla che è scomparsa tra i fiori di un campo, ecco vorrei ricordarla così. La sua leggiadria, la vivacità di farsi sentire colorata da un argomento all’altro, tra una corolla e l’altra.
Non voglio dilungarmi.
Volevo solo porgere un abbraccio al nostro gruppo, perché siamo forti ma anche fragili, in un mondo di social spesso pazzo, noioso, inguardabile, noi abbiamo creato una realtà unica di parole e sentimenti. Di vita.
Grazie ragazzi e grazie Marina per ciò che ci hai dato senza mai svelarti troppo.
Forse, e lo penso ora, il volere togliere profilo e ogni traccia di te, era una tua piccola volontà.
In fondo le farfalle non fanno rumore.
Debora Alberti
(omaggio a Marina)