Entrava,
come sempre quando la finestra sta a bocca aperta,
la luna
a porgere il suo chiarore
senza parole,
senza preambolo alcuno.
Faceva capolino in silenzio,
rendeva la notte meno buia,
gli spazi di nuovo familiari,
mostrava di vaghezza i volti.
Accarezzava i sogni e le porte,
con delicata incuranza
spiava i muti pensieri
e le ombre dei ricordi.
Non usciva fino al chiudersi degli occhi
dalla stanza:
lì s’assorbiva tra le membra,
l’apparenza,
e altre cose ancora di mancanza.
(tratta da AA. VV., I poeti dell’Adda 2015, Montedit 2015)
Alessandra Corbetta