I giorni qualunque si preparano da anni, all’ombra delle tue continue scuse. I giorni qualunque sono lì da sempre, solo che fai finta di non saperlo. E pensi che rallentare il passo, o fermarti, o addirittura tornare indietro, ti impedirà di raggiungere quell’angolo, e di svoltare. Ed è che non sai cosa troverai, dietro quell’angolo; ed è che lo sai esattamente, ma non lo puoi dire ad alta voce, e nemmeno pensarlo con chiarezza; ed è perché se lo dici ad alta voce, o ci pensi con chiarezza, diventa tutto vero, e in un attimo ti trovi a correre a perdifiato, verso quell’angolo. E lo giri, quell’angolo. E ti trovi davanti qualcosa che ti destabilizza, qualcosa che non sai affrontare, quella cosa esatta che da una vita cerchi di evitare.
Ci sono spalle voltate che segnano la fine di ere, e schiene che mentre si allontanano ti aprono in due.
Perché nella vita potrai dimenticare tutto, ma non lo sguardo che precede l’addio al quale non sei pronto.
In un giorno qualunque ho girato l’angolo delle mie debolezze, mostrando il fianco a tutto quello da cui volevo scappare, e ho trovato un paio di spalle e una schiena che si portavano via ogni singolo momento felice.
In un giorno qualunque l’aria che respiravamo in due ha smesso di bastare per una persona soltanto. E andava bene anche così.
Ed è in un giorno qualunque che te ne rendi conto per davvero: “ognuno di noi accetta l’amore che pensa di meritare”.
ItalicussAR
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