L’altoparlante annuncia la partenza del treno Freccia rossa per Torino, l’arrivo è previsto 50 minuti dopo. Anna è già seduta al suo posto, prenotatole dall’Azienda e, come sempre quando viaggia da sola, è molto agitata, anche se non sa perché.
Di fianco a lei c’è una signora non più giovanissima, molto bella ed elegante, che sta lavorando al pc e contemporaneamente parla al cellulare con qualcuno a cui sta, palesemente, dando indicazioni sulla preparazione di un evento. Di fronte ci sono due giovani ragazzi, in giacca e cravatta, intenti ad esaminare delle slides che sembrano essere riferite all’andamento dei mercati azionari dopo l’elezione di Obama a presidente degli Stati Uniti, come minimo, invece, saranno i menu alla carta di un nuovo ristorante new age.
E poi c’è Anna..
Camicetta bianca, pantaloni neri a sigaretta e tacco; è fine maggio ed il clima è mite, la giacca non le serve, ha preferito mettersi un foulard rosso che fa risaltare i suoi capelli neri ed i suoi occhi verdi. Nel complesso è davvero carina, dall’esterno sembra una donna sicura di sé, solo un po’ annoiata per il viaggio da sola.
Ecco, è arrivata a Torino Porta Nuova, si ferma appena fuori dalla stazione e cerca di ricordare da che parte andare. Perché non si è segnata le istruzioni dei colleghi per arrivare in Via dell’Arcivescovado?! Anna, tranquilla, a dieci minuti a piedi dalla stazione è facile, vedrai, le risuonavano in testa le parole della sua collega Giada. Ok, Anna, calma e gesso, sfodera il tuo miglior sorriso e chiedi.
Finalmente è sulla strada giusta, si addentra nel centro di Torino e siccome è in anticipo riesce anche a sbirciare le vetrine, Vuitton, Gucci, Prada, Chanel … in lontananza si scorge Piazza Cavour, alla sua destra in alto si intravede la Mole Antonelliana e Anna resta già rapita da quella città.
Si ferma in un bar per un caffè al volo, talmente al volo che una stronzissima goccia di caffè decide di atterrare sulla sua camicetta, secondo bottoncino. Che fare? Che nervi, si che nervi era tutto perfetto ed ora aveva la sua bella camicetta sporca; la ragazza del bar la sta osservando sorridendo e sempre sorridendo le dice: slacciati il bottoncino si vedrà un leggero accenno di seno ma non si vedrà la macchiolina. Fantastica idea. Sospiro. Sorriso. Si può fare!
Entra in Azienda, nell’aula per un corso di formazione, si siede nel primo tavolino rotondo che vede, i colleghi si presentano, arrivano da tutta Italia e uffa sembrano tutti così sicuri di se stessi, conoscono il relatore, sanno come presentarsi all’aula, dicono cose giuste e Anna? Lei sta ancora pensando al maldestro caffè e si è distratta perchè tra i tanti colleghi ce ne è uno che …
In qualche modo la giornata velocemente volge al termine. Anna sta già pensando a come organizzare quella serata. Tristemente pensa che dovrà cenare da sola e sfruttare le ore ancora chiare della giornata per vedere un pochino di quella bellissima città.
Ore 17
Il gruppo di partecipanti al corso, incredibilmente, sta organizzando una piccola gita per Torino, che comprende la cena tutti insieme. Una collega conosce bene la città e si offre di fare da Cicerone. Anna è felicissima e sta già pensando a cosa indossare per essere la turista perfetta di una sera.
In albergo il check- in è velocissimo, decide per un paio di leggins ed un vestitino, ballerine, doccia veloce ed alle 18 è pronta. Ha deciso che arriverà al punto di incontro con gli altri in anticipo così avrà il tempo di comprare piccoli doni per le sue amiche, tipo la cioccolata, un libro su Torino ed un gadget dei Subsonica, il suo gruppo preferito, Torino è la loro città e certamente quello è il posto migliore per acquistare qualcosa.
Anna ormai ha capito come muoversi senza perdersi e senza perdere di vista l’orario dell’appuntamento. É favorevolmente rapita da alcuni scorci della città, entra in una libreria che profuma di bello, una di quelle librerie che vende libri nuovi e libri usati, in cui c’è quell’odore di pagine lette e rilette è tutto sembra fuori posto ma è un fuori posto dove trovi tutto, un po’ come se fosse il disordine perfetto. Si sofferma a sfogliare un libro che si intitola Il treno del Sole è un libro che ha letto da bambina, inutile dire che ritrovarlo è emozionante.
Ecco arrivare gli altri, inizia il tour vero e proprio, a piedi, tranquillamente Torino si lascia percorrere come fosse una bella donna, da Piazza Vittorio Emanuele a Piazza Castello, Palazzo Reale; la cena all’aperto in un ristorante da cui si vede benissimo l’imponenza della Mole Antonelliana con il menù tipico piemontese e quel collega seduto di fronte a lei, che la guarda e lei guarda lui e così tutta sera, però forse non è vero, forse non sa semplicemente dove guardare e allora guarda lei, accidenti come si fa a capire quando un uomo ti guarda perchè gli piaci…?
La serata volge al termine, si salutano anche se si ritroveranno domani in aula nuovamente fino alle 5 e poi ognuno rientrerà nella propria città.
Anna sicuramente non dimenticherà quella serata per tanto tempo e quel collega che si toccava i capelli, un po’ lunghi, riccioli, un tipo timido ma simpatico, anche durante il corso lui certamente aveva capito che i grandi occhi verdi di Anna erano piacevolmente imbarazzati e piacevolmente attratti.
Accidenti non ci voleva, quei riccioli così carini che lui si toccava sempre e che avrebbe voluto toccare lei; avete presente quando perdi la lucidità e pensi cose che non dovresti pensare guardando uno sconosciuto? Ecco quelle.
Anna cercava di non pensarci ma era impossibile. Anche lui però che cavolo! I colleghi dovrebbero essere tutti brutti! Non è giusto andare ad un corso e incontrare un tipo così. Così carino…Che voglia di scappare dal corso con lui e fare l’amore, che voglia di lunghi baci e di dolci carezze, che voglia di averlo addosso, che voglia di fare cose che non si possono dire ma si possono fare.
Anna, diamine, torna in te e cerca di stare attenta al relatore che peraltro pare aver preso di mira proprio lei, si avvicina le fa uno schiocchio di dita in faccia e le chiede:
Come faccio a riportarti sulla Terra?
(Sembra Fonzie ma è brutto..)
Che figura. Tutti ridono. Anna è diventata del colore del foulard, rossa rossa. Non osa girarsi verso quel collega perchè se lo guarda lui la becca, si metterà a ridere come forse sta già facendo ed il professore continuerà a prenderla in giro.
“Prof mi scusi lei è bravissimo ma io devo assolutamente andare a fare pipì”.
(Anna cretina che non sei altro, ma non ti è venuto in mente nulla di meglio da dire? Adesso chiuditi in bagno dalla vergogna e restaci fino alle 5!)
Anna invece torna in aula ed il professore le sorride, sembra essere tornato tutto normale.
Nel frattempo “quell’altro” era uscito con lei e con la scusa di andare in bagno si era fermato a fumare un sigaretta, durante quei 4 o 5 minuti il colorito rosso vergogna si era trasformato in un color rosso fuoco; ecco, adesso, se lui aveva qualche dubbio sul fatto che Anna stesse facendo pensieri indecenti, il dubbio era definitivamente sparito.
Anna non era certamente una femme fatale ma da sempre le diceveno che sprigionava un’innata sensualità, non era premeditata, non era volgare e quel ragazzo, accidenti a lui, era così “calamitoso”. Chissà se anche lui faceva pensieri su di lei, chissà se avrebbe voluto passarle le mani su capelli e baciarla e toccarla e sentire il suo profumo e fermare tutto il mondo intorno. Chissà..
Lei non dimenticherà mai quei giorni, quell’aula, quegli occhi, quei desideri che avevano risvegliato emozioni sopite, nascoste, indicibili. Come sempre anche i ricordi più belli sbiadiscono, si tornerà a casa e la vita frenetica di tutti i giorni riprenderà inesorabile. Lei per la sua strada e lui per la sua.
Il profumo di Torino però resterà nella sua testa per sempre.
Il profumo di un’emozione però quello no, quello non passa. Resta in testa. Restano quegli occhi addosso, resta quel fare l’amore solo desiderato e mai consumato, resta dentro di lei un pensiero inaspettato.
(era il 29 maggio 2012)
Arianna Capodiferro per @tantipensieri
Immagini dal web