Incubo

I cavalli aspettavano il pasto silenziosi. Micky come ogni giorno inforcò un po’ di paglia per riempire la mangiatoia che i cavalli da lì a poco avrebbero assalito. Si fermò per un attimo a guardarli e si rese conto di quanto fosse per lui importante questo lavoro, di quanto quella fattoria lo rendesse felice. Era praticamente cresciuto con i cavalli. Sua madre e suo padre avevano lavorato in quella fattoria fino alla loro morte, lei come governante lui come guardiano. Il ricordo dei suoi genitori gli provocò una fitta di dolore, ancora non si era rassegnato, ancora non si era abituato alla loro assenza. Si sedette sulle balle di fieno, gli piaceva l’odore dell’erba, ne prese un filo e se lo portò al viso accarezzandosi la guancia. I proprietari della fattoria erano bravissime persone, sempre disponibili ma soprattutto umane, gli erano molto affezionati perché lo avevano visto nascere e crescere e, quando i suoi genitori erano morti, avevano messo fuori discussione la possibilità che lui andasse via, lo avevano invitato a restare in cambio del suo aiuto e lui aveva accettato volentieri. Aveva continuato a vivere nella sua dependance perciò, nonostante il lutto che l’ aveva colpito, la sua vita non aveva subito altri grandi cambiamenti. Non aveva fratelli o sorelle ma i proprietari avevano un figlio, Larry, della sua età, erano cresciuti insieme ed erano tutt’ora affiatati ed inseparabili. Tutta la famiglia gli era stata molto vicina ed aveva cercato di lenire il suo dolore. Era stato uno shock per lui rinvenire i corpi durante la notte di 1 anno fà, sul viale che portava alle stalle. Come ogni sera sua padre era andato a fare un giro di controllo e sua madre era andata con lui per fargli compagnia perché nevicava e non se la sentiva di lasciarlo andare da solo. Da quel giro di perlustrazione non erano più rientrati  e, quando lui aveva dato l’allarme in villa, subito era stato raggiunto dai padroni e da Larry. Lo avevano aiutato nella ricerca ma furono le braccia di Larry a sorreggerlo quando aveva trovato i corpi riversi sulla neve, il sangue rosso che spiccava sulla neve candida. I cadaveri erano vicini, la torcia ancora in mano a suo padre, il cono di luce illuminava lo spazio antistante, il loro peso aveva creato un leggero affossamento sulla neve, avevano gli occhi aperti e si tenevano per mano. Erano stati sgozzati, suo padre prima di sua madre, perché sul suo corpo di lei furono rinvenuti segni di colluttazione e ciò poteva significare che, mentre l’ assassino uccideva suo padre, sua madre aveva cercato di combattere. Era immerso nei suoi pensieri quando sentì la porta di ferro, che dava accesso alle stella, aprirsi. Il binario era arrugginito e la rotella strideva quando la porta veniva aperta e chiusa. Guardò in direzione dell’ uscita ma non notò stranezze perciò pensò di essersi sbagliato, di essere stato suggestionato dai ricordi, decise di andare a casa e riposare. Si alzò dalla balla, accarezzò i cavalli per salutarli come faceva sempre e si diresse alla dependance. Non si accorse dell’ ombra che era entrata di nascosto nella stalla e che ora lo guardava allontanarsi. Non poteva immaginare che, dopo i suoi genitori, era lui il prossimo bersaglio. Quell’ ombra con un ghigno di soddisfazione iniziò a liberare il primo cavallo, da lì a breve accadde l’ impensabile.

 La luce che penetrava nella stanza lo aveva svegliato, il rumore e le voci disturbavano il suo sonno. Aprì gli occhi e si accorse che la luce era spenta e che, ciò che gli dava fastidio, era il bagliore che entrava dai vetri. Aveva dimenticato di chiudere gli scuri, si avvicinò al davanzale per riparare  alla dimenticanza e sussultò nel vedere l’incendio, la stalla stava andando a fuoco, un gruppo di persone si era radunate lì intorno. Si precipitò fuori in pigiama correndo verso la stalla, temeva per la vita dei suoi amati cavalli. Arrivato sul posto,  aveva cercato di avvicinarsi x sbirciare ma da dietro qualcuno lo bloccò impedendogli di andare oltre: “sei impazzito? Non puoi e non devi avvicinarti”. Larry aveva parlato con tono di voce alto per farsi sentire, dai suoi occhi trapelava il dispiacere per ciò che era accaduto. “Larry, i cavalli”, ribadÌ Micky cercando di avvinarsi alla stalla ma Larry non lo lasciò andare anzi indietreggiò con lui. Micky si lasciò trasportare, sperava che i cavalli fossero fuggiti tra i campi salvandosi tutti ma era impossibile averne la certezza né era possibile avvicinarsi per sbirciare. Micky dovette sedersi, si sentiva male, gli occhi gli bruciavano a causa  della lacrime ma non sapeva se a causa del fumo o del dolore. Era ormai l’alba quando i vigili del fuoco, prontamente allertati, riuscirono a spegnere l’incendio e nonostante la spessa nube, si intravedeva quello che rimaneva della stalla. Con gambe tremanti si avvicinò per guardare meglio, non c’erano gli animali per fortuna ma la struttura non esisteva più. Nessuno si accorse della soddisfazione di colui che aveva operato nell’ ombra e che ora si nascondeva tra la folla. 

Era sera tardi quando furono recuperati e sistemati tutti i cavalli, molti allevatori si erano proposti di aiutare Lilly e Bernrd sconvolti per l’accaduto, offrendo alloggio agli animali. Micky quella sera non andò nella sua dependance perché Larry e i suoi genitori lo vollero alla villa, sarebbero stati più tranquilli se non lo sapevano da solo. A casa Lilly fece una camomilla e la porse a tutti, “ne abbiamo bisogno”, disse. Erano tutti distrutti sia fisicamente che psicologicamente, recuperare i cavalli che si erano dispersi tra i terreni circostanti non fu affatto facile, inoltre Bernard e Lilly avevano subito  un danno economico non indifferente ma per fortuna limitato. “Chi ci ha fatto questo”? chiese Larry a suo padre. “Non lo so figliolo, forse qualche altro allevatore di cavalli per farci un dispetto perchè invidioso dei nostri bun affari ma sono supposizioni, non ho alcuna certezza. Spero che la polizia scopra qualcosa, sembra di vivere in un incubo da quale non ci si riesce a svegliare”, disse Bernard mandando giù l’ultimo sorso di camomilla. Nessuno parlò ma tutti capirono a cosa Bernard si stesse riferendo, prima i genitori di Micky uccisi nella sua proprietà solo 1 anno prima, ora la stalla che va a fuoco. Lilly sosperando fu la prima ad alzarsi e disse: “io faccio una doccia veloce e vado a dormire, forse domani mi sveglierò e tutto questo sarà solo un brutto sogno”, Bernard si alzò a sua volta “Faccio lo stesso, mi fanno male le ossa. Buonanotte ragazzi”. Larry e Micky li salutarono e restarono da soli, nessuno dei due parlò, ognuno era immerso nei propri pensieri. “Tu pensi che ci sia un legame traa morte dei tuoi e l’incendio di stasera?” chiese Larry all’ improvviso guardando l’amico. “Non penso”, rispose Micky ma non ne era molto sicuro. “Tuo padre pensa che sia un dispetto di qualche allevatore ma i mie sono stati uccisi, mi sembra un po atroce come vendetta”. Dopo un pò aggiunse con piu sicurezza: ” Io non penso ci siano legami, i miei avevano scoperto qualcuno che si raggirava nella villa e sono stati uccisi, la stalla è stata bruciata per dispetto, per invidia, mi sembrano spiegazioni piu logiche”. Larry sembrò pensarci su e disse: “Si, forse hai ragione, andiamo a dormire pure noi perchè domani ci aspetta un bel lavoro da fare”, gli diede una pacca sulla spalla e si avviò verso il piano superiore seguito dal suo amico.

(to be continued)

Giovanna Viola alias @GViola16

Immagine presadal web

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