Era seduto tra gli alberi, pioveva e faceva freddo. Si rannicchiò nel giubbino ancora di più, la pioggia gli annebbiava la vista ma era arrivato il momento di riprendere il viaggio. Si alzò a fatica e posò lo sguardo sul corpo avvolto nel lenzuolo dal quale fuoriusciva una mano. Non se n’era accorto fino a quel momento, il suo sguardo’ si posò sulla fede che portava all’ anulare. Con freddezza la rimise nel fagotto che aveva preparato e fece bene il nodo. Iniziò a camminare con il corpo sulle spalle, i suoi piedi affondavano nella melma, la pioggia gli bagnava il volto, il freddo gli sfregava le guance. Arrivò a destinazione, era tutto indolenzito, la ragazza pesava sui 50 kg, era molto esile ma l’ aveva trasportata a lungo. Diede un ultimo sguardo al lenzuolo che avvolgeva quella donna, lo issò su per parapetto e lo lasciò cadere nel vuoto. Sentì il tonfo quando il corpo affondo’ nel fiume, lo vide scomparire piano sott’acqua, solo allora girò le spalle e si allontanò scomparendo nel buio della notte.
Lampi e tuoni le limitavano la visuale, Jenny aumentò il riscaldamento in auto perché aveva freddo. Stava raggiungendo alcuni amici in una baita ma non era sicura di aver preso la strada giusta nonostante le fosse stata spiegata piu volte, perciò si accostò e consultò la mappa che aveva nel cruscotto. Corrugò la fronte e sbruffo’ quando si accorse che avrebbe dovuto girare a destra all’incrocio precedente invece di rigare dritto. Come al solito avrebbe fatto tardi, non sarebbe arrivata in tempo per la cena. Prese il cellulare per avvisarli del ritardo ma lesse sul display ‘ solo chiamate di emergenza’, lo scaraventò sul sedile e si rimise un viaggio facendo dietrofront. All’incrocio girò e si sorprese vedendo un uomo sul ciglio della strada che camminava sotto quella pioggia incessante. Ebbe l’istinto di fermarsi per chiedergli se avesse bisogno di aiuto ma poi ci ripenso’, la strada era solitaria e non c’erano case nei dintorni, meglio non rischiare. Accellero’ e lo superò, dallo specchietto retrovisore lo vide agitare le braccia, non riuscì ad ignorarlo perciò si fermò. Lui aumentò il passo e quando la raggiunse, lei abbassò il finestrino: ” Potrebbe darmi un passaggio? Si è rotta la mia macchina e non c’è anima viva nei dintorni, può lasciarmi alla prima casa dove potrò chiedere aiuto”, chiese speranzoso. Jenny era titubante, non amava dare passaggi a sconosciuti ma neanche poteva lasciarlo sotto la pioggia anche se era già bagnato fradicio. “Salga”, gli disse sbloccando la portiera. Era appena salito in macchina quando un tuono spacco’ in due un albero che cadde in mezzo alla strada ostacolando il passaggio. ” Oh no, io devo per forza andare da quella parte”, esclamò mettendosi le mani sul volto. “Dobbiamo cambiare strada, non c’è altro da fare” le fece notare il passeggero. Contrariata si rimise in cammino e dopo poco si ritrovò sulla strada che stava percorrendo pochi minuti prima. Il passeggero era abbastanza taciturno, guardava fisso la strada davanti a sé, di tanto in tanto con un colpo di tosse rompeva il silenzio. Lui le aveva detto di chiamarsi Willy e di essere diretto verso nord, si era perso perché da quando l’auto era in panne aveva proseguito a piedi e aveva perso l’orientamento, non aveva potuto chiamare aiuto perché il cellulare tra quelle montagne non prendeva. “Posso accendere la radio?” gli chiese sentendosi ridicola a chiedere il persmesso nella sua auto. Lui neanche le rispose, si limitò ad acconsentire con il capo senza neanche guardarla. La radio non prendeva percio’ inserì un cd ed iniziò “show must go on“. “Le piacciono i Queen”? chiese sperando di inziare una conversazione ma lui fece spallucce senza rispondere. Jenny continuò a guidare studiandolo di tanto in tanto con la coda dell’occhio, Willy non batteva ciglio. Dopo un paio di chilometri scorsero le sirene di un’auto della polizia, “Willy possiamo chiedere aiuto a loro” disse Jenny sollevata e contenta allo stesso tempo. Willy si sistemo megli sul sedile e dopo due secondi Jenny senti’ pungersi sul fianco destro. “Cammina senza fermarti e non succederà nulla, se si accorgono di qualcosa e ti fermi, sei morta”. Abbassò lo sguardo e vide la lama del coltello affilato brillare nel buio della notte, la punta aveva già forato la maglia. “Ti prego”, lo supplicò lei con voce tremante e le gambe molli per la paura. “Sorpassali e non ti succederà nulla”, ribadì lui. Jenni fece come lui le aveva ordinato, alle sue spalle e dallo specchietto retrovisore vide scomparire quella che era la sua via di salvezza, la notte li inghiottì con la sua oscurità.
(to be continued)
(immagine dal web)
Giovanna Viola alias @GViola16