Lei si cha ha girato per il mondo e adesso si gode la nostra bella Italia.
Dopo i 280.000 visitatori di Milano, dal 8 aprile 2017 sarà a Roma, presso il Guido Reni District (fronte Museo Maxxi); questa lei è Real Bodies, un’esposizione di corpi umani che ci palesa come siamo fatti davvero, in tutte le nostre parti.
Il sistema scheletrico, base portante del nostro organismo, apre la mostra e anticipa quelle che saranno le modalità di organizzazione anche delle sezioni successive: allestimento della figura intera con, in evidenza, la parte interessata (in questo caso lo scheletro) e diverse teche per l’osservazione di tutti o alcuni degli elementi specifici facenti parte della stessa (nella fattispecie in questione, le ossa).
Ogni installazione è accompagnata da una descrizione tecnico-scientifica resa, però, fruibile per il pubblico, sia in lingua italiana che in inglese; un’introduzione generale, sempre in ambedue le lingue, spiega i sistemi e gli apparati nel loro complesso nelle sale a essi destinate.
Dopo il sistema scheletrico si trovano quello muscolare, il sistema nervoso, il cardiovascolare, e poi l’apparato respiratorio, quello digerente, quello riproduttivo (con una zona ad hoc destinata allo sviluppo fetale), l’apparato urinario e infine una stanza interamente dedicata all’anatomia sezionale, ovvero a quella branca della medicina che si avvale delle più moderne tecnologie per lo studio del corpo umano; tramite questa tecnica, i corpi plastinati vengono tagliati in fette molto sottili così da poter studiare nel dettaglio le strutture anatomiche delle singole parti e le interrelazioni che queste hanno tra loro: è questo che i visitatori vedranno, in una rappresentazione completamente realistica ad alto impatto emozionale.
L’ultima area della mostra offre, poi, una galleria di dodici atleti i cui corpi interi sono immortalati in posizioni anatomiche sportive per enfatizzare il nostro complesso muscolare e scheletrico in particolari circostanze, quali quelle in cui ci si trova quando si compie un gesto atletico come il tiro con l’arco o il lancio del disco o il salto in lungo, solo per citare alcune delle casistiche proposte.
Prima di concludersi, Real Bodies mette anche a disposizione del pubblico un’installazione tecnologica in cui ogni visitatore potrà vedere come è fatto all’interno il proprio corpo: posizionandosi davanti agli schermi predisposti e mettendo nel mirino la zona interessata, chiunque potrà osservarne la composizione e le fattezze interne.
La visita può essere integrata con l’audioguida, che ha la voce del Prof. Alessandro Cecchi Paone e che è stata predisposta, oltre che nella forma classica per gli adulti, anche in una più divertente e semplificata per i bambini.
Uno staff specializzato è pronto, inoltre, a rispondere con perizia e competenza a tutte le domande e curiosità che possono sorgere durante il percorso di visita: molto stupore desterà, senza dubbio, il fatto che i corpi esposti non siano manichini o riproduzioni ma corpi veri, opportunamente trattati e sottoposti a processi chimici volti a mettere in risalto le diverse parti anatomiche.
Real Bodies è una mostra dall’impostazione e dal gusto marcatamente scientifico che consente, però, un ritorno alle origini: mettendoci di fronte a una rappresentazione realistica del corpo siamo, infatti, costretti a uscire dall’assuefazione dei corpi-immagine di cui la nostra quotidianità è satura e a interrogarci con raziocinio critico su cosa è davvero reale, su cosa in realtà ci appartiene e cosa, invece, ci viene appiccicato addosso dall’esterno.
Gli spazi riservati alle protesi, ai tattoo, alle conseguenze prodotte da alcool e fumo, scevri di ogni moralismo, innescano, insieme a una rappresentazione del corpo inconsueta per i nostri occhi, una riflessione sul senso reale del corpo, in una società volenterosa nel farci, invece, allontanare sempre di più da una sua corretta visione e consapevolezza.
Vederci messi a nudo, di più, vederci senza niente che non sia corpo può servire per ricreare una corretta tassonomia di significati nella realtà di ognuno, dove il corpo è la parte e non il tutto e i suoi valori si estendono ben oltre il recinto in cui lo si sta delimitando.
Alessandra Corbetta