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L’avarizia – Siamo Paperon de’ Paperoni o Zio Paperino?

Quinto cerchio dell’inferno dantesco  – Settimo canto della Divina Commedia di Dante Alighieri:

L’avarizia

Premessa:

Dante domanda a Virgilio chi siano quei dannati, il maestro spiega che tutti loro da vivi non spesero il denaro con giusta misura, peccando gli uni di avarizia e gli altri di prodigalità. Per l’eternità le due schiere di dannati si scontreranno nei due punti del Quinto Cerchio dell’Inferno, finché il giorno del Giudizio gli avari risorgeranno col pugno chiuso ed  i prodighi coi capelli tagliati. Virgilio conclude dicendo che i beni terreni, sono effimeri e tutto l’oro del mondo sarebbe insufficiente a placare queste anime afflitte. 

Mal dare e mal tener lo mondo pulcro

ha tolto loro, e posti a questa zuffa:

qual ella sia, parole non ci appulcro.                            

Or puoi, figliuol, veder la corta buffa

d’i ben che son commessi a la fortuna,

per che l’umana gente si rabbuffa;                              

ché tutto l’oro ch’è sotto la luna

e che già fu, di quest’anime stanche

non poterebbe farne posare una».  

Ed ecco che Dante mi aiuta a ricordare quanto sia grave l’avarizia ed il suo contrario, mi fa pensare a quanto sia enorme e smisurata l’avarizia umana; quante forme di avarizia conosciamo? Nel nostro vissuto, nel quotidiano vi chiedo:

chi di voi non ha l’amico ricco, quello che pur di non offrire un pranzo si amputerebbe il braccio? O l’amico ricco che spende e spande davanti a te, che non puoi permetterti nemmeno uno spillo? E chi non ha l’amico che è ricco e non lo dice, per paura, che se lo scopri, gli chiedi un regalo? Chi non si è mai trovato a pagare un conto che non era suo e ancora pensa, meno male che quella sera i soldi li avevo?

Citando esempi più giocosi, ma che rendono l’idea, come non dimenticare Paperon dei Paperoni: lo zio ricco della Walt Disney che conserva ancora il primo soldo guadagnato convinto sia un portafortuna e fa il tuffo nell’oro. Che esempio per i nipotini e per Paperino?

E come non ricordare Re Mida che bramoso di avere tutto l’oro del mondo, qualsiasi cosa tocca si trasforma in oro, anche il cibo. Ricordate come e perché Re Mida rinuncia al suo oro? Vede sua figlia che gli corre incontro ed inorridito al pensiero di poterla trasformare in oro cade in ginocchio piangendo ed invocando il perdono del Dio Pagano Dioniso che lo perdona e gli dice di purificarsi nel fiume. Re Mida, libero, abbraccia felice la sua piccola principessa. Un fatto è certo, io che scrivo adesso , rifuggo da tutto ciò che non mi rende felice e la gente troppo avara o troppo prodiga deve stare lontano da me.

Vade Retro Satana!

Arianna Capodiferro 

Alias @arica72

Immagine: Zio Paperone  – © Disney. All rights reserved

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