Infinito di Elizabeth Grech perché: non deve esserci timore nello scrivere la parola semplice, comune; perché se dietro questa parola c’è conoscenza, compostezza e sentire autentico, allora il verso esonda, travalica e travolge. Grech è esatta e misurata nel fare poesia, non ricerca una forma arzigogolata né fittizia ma si espone, ed espone la sua esperienza di donna, di donna-madre, di donna-figlia e poi ancora di donna con pudore ma senza vergogna, riuscendo a trasporre con armonia e perizia la propria vicenda autobiografica sul piano infinito e potente dell’universalità.
Infinit
Sal-infinit inħobbok ma,
għidtli.
Imma meta nsiru stilel
jien u int,
tgħid tagħrafni?
Infinito
Ti amo all’infinito,
mamma, mi hai detto.
Ma quando io e te
saremo stelle,
mi riconoscerai?