Non sono come tu mi vorresti.

Quant’è difficile rimanere fedeli a se stessi, alla propria indole, al proprio animo. E’ difficilissimo. E’ un continuo scontrarsi con situazioni, che cambiano, che si evolvono, che ci fanno sbattere il grugno di brutto; un continuo confrontarsi con le persone che abbiamo intorno e che ogni giorno sembrano svelarsi diverse da come le avevamo inquadrate.  L’intuito aiuta molto in questi casi, quella sensazione alla bocca dello stomaco, quel senso di disagio che a volte si avverte e ci mette psicologicamente in difesa. La superficialità e l’ipocrisia diventano quasi palpabili in ogni ambito.

I caratteri più forti incassano, imparano la lezione e poi ripartono più caparbi di prima, cercando di non affogare nel mare della falsità che li circonda, fino alla prossima testata. Ma le persone più sensibili si rinchiudo, come i ricci quando vengono disturbati, e si allontanano.

Spesso per quieto vivere ci si adegua, si sorvola, in ambienti comuni bisogna pur mantenere un clima respirabile.

Ma se possibile non mi piego. Non voglio definirmi un carattere forte, ma mi voglio piacere quando mi specchio. Vado controcorrente lo so. Pazienza.

Lascio ognuno libero di comportarsi come meglio crede e mi regolo di conseguenza, cercando di mediare, questo sicuramente, ma spesso con la voglia di sbattere in faccia alle persone quello che penso. Se non lo dico lo faccio capire, anche se non sempre ne vale la pena.

Alla mia dirimpettaia, ad esempio, direi: “Perché ti ritiri quando passo sotto la tua finestra? Non ti ho dato corda per i tuoi pettegolezzi? Magari dentro casa mia? A bere il caffè che ti faccio io? Ad osservare ogni angolo? I miei quadri? Il normale disordine quotidiano? La polvere sulla tv? Per poter avere materiale per la tua lingua arrotolata? Beh, io non sono come tu mi vorresti, e il caffè a casa mia tu non lo bevi, anzi, se non mi saluti mi fai un favore. Brutta impicciona!”

“E tu Signor Sindaco? Che puntualmente, fai riparare il lampione, nella stradina davanti casa mia, il giorno prima delle elezioni? Credi di poterti comprare il mio voto con una lampadina? Guarda che la cabina elettorale è già illuminata eh! Sai che ti dico? Che se non lo facevi riparare era meglio, ormai mi ci ero abituata. Questi specchietti per le allodole con me non funzionano. Era meglio se ti facevi i fatti tuoi e stavi dietro ai tuoi compari lecconi. Io non sono come loro, non sono come mi vorresti.”

“E tu cara perpetua battimpetto? Che mi rimproveri perché non vengo spesso a messa? Le preghiere come quelle che fai tu non mi piacciono. Mi vorresti come te? Io non sono come mi vorresti. Con i calli alle ginocchia a forza di stare inginocchiata a dire Ave Marie e gli occhi ormai strabici a furia di guardare chi entra e chi esce dalla chiesa per poter criticare; le orecchie appuntite come quelle di Star Trek per cercare di capire di cosa parlano. Sappi che neanche a Gesù Cristo piacciono le preghiere come le tue. Lui ci guarda dentro lo sai? E tu, invece di stare ad osservare la gente, osserva il Crocifisso e riflettine bene il significato.”

“E tu facciatosta? Che ritrovi il mio numero di telefono solo quando hai bisogno di qualcosa? Che esordisci dicendo: «Amica mia!» Io? Amica tua? Ma quando mai?? Anzi, sai che c’è? Non lo dire in giro, che altrimenti ti vengo dietro dietro col rullo di tamburi, per smentire. Come mi vorresti tu? Sempre disponibile per le tue necessità vero? Non so che farmene di persone opportuniste come te! Did you understand?”

Ripeto, a volte non ne vale la pena, ma a volte direi proprio di si.

E se mi trovano di luna storta…

 

borghettana per @tantipensieri

immagine dal web

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