Di cose già viste non voglio accecarmi,
Di frasi già dette non voglio assordarmi.
Non verrò assuefatta da pensieri consunti, né lascerò i miei desideri alla mercé dei codardi – li farebbero a pezzi a colpi di buonsenso e subirei il contagio delle loro rinunce.
I giorni traboccano di anime senza voce, ma nessuno di questi sarà trascorso invano se almeno uno sguardo, uno soltanto, si sarà sollevato per cogliere un nuovo orizzonte oltre il confine.
Mi hanno domandato: «Dove trovi il coraggio?» E se il coraggio non si trovasse? Se fosse una leggenda? Se non esistesse nulla che vinca la paura, ma solo una nuova fase della paura, in cui il demone, che non può più sbarrarci il cammino, si fa da parte e continua passo dopo passo accanto a noi il suo ostinato tentativo di persuaderci alla resa? Allora, avanzando, si sentirebbe sempre meno considerato, ascoltato e dubiterebbe della sua potenza, fino a rimanere indietro, dimenticato. Questo ho imparato: l’impresa non finisce scostando il demone di lato, semmai comincia. Ecco perché ogni sguardo che si getta oltre il confine rende il giorno sensato. Non serve coraggio per quello, ma una paura diversa, che ci appartenga, così che possiamo cessare di appartenere a lei. Non cedete ai codardi mai, né dentro, né fuori di voi. Create i vostri pensieri, scegliete cosa guardare e usate la vostra unica voce. Allora più che dei coraggiosi, sarete dei ribelli e i confini, si sa, tremano sempre sotto allo sguardo dei ribelli.
Alice Rocchi per @tantipensieri
foto dell’autrice