La Regina delle Nevi ha un cuore di fuoco che ad ogni inverno si accende di malinconia. I canti dell’avvento del Solstizio, che invocano il ritorno della luce, le ricordano qualcosa da cui le Tenebre dell’inverno, sue figlie devote, non riescono in alcun modo a distrarla, e allora il freddo cala sulle lande.
La Regina delle Nevi piange i fuochi dell’estate che popolano i suoi sogni con storie d’abbondanza, di danze e di notti trascorse a guardare le stelle.
«Come puoi conoscere queste cose?» le domandano sue figlie.
La Regina sospira perchè nessuno balla nella tormenta, nessun fuoco nei campi riflette i bagliori del firmamento o scalda le riunioni delle genti sotto il cielo. Si rattrista allora, narrando del tempo in cui sua sorella era con lei.
«Il mondo era meno popolato a quel tempo, eppure nessuno era solo. Le Stagioni non erano ancora nate e tutto trascorreva come in un sogno» risponde la Regina delle Nevi.
Venne poi il tempo della separazione.
Fu il Sole a scegliere per entrambe le sue figlie il nome di Regina: una avrebbe governato sulle Nevi, l’altra sul Raccolto. Nacque così il ciclo dell’abbondanza e dell’attesa, che concede alle due sorelle, ogni anno, solo due notti in cui potersi riabbracciare. Le genti li chiamano Solstizi.
La Regina delle Nevi conserva nel cuore il fuoco del ricordo dei tempi antichi. Tra quelle fiamme palpita il bel sorriso di sua sorella che nemmeno il Ghiaccio, suo vassallo, potrebbe spegnere.
Quando giunge l’Inverno, in onore della Regina delle Nevi, le genti accendono fuochi nel cuore delle loro case e lei vola, la notte del Solstizio, per vederli con i suoi occhi di brina che un poco si sciolgono al calore, lasciando cadere lacrime di neve.
Non dimenticate di accendere una piccola fiamma per lei: in ogni casa che consoli così la Regina delle Nevi dalla sua malinconia, scende una benedizione che la Regina del Raccolto, sua sorella, ripagherà con l’abbondanza.
Alice Rocchi per @tantipensieri
Immagine dal web