Mi guardo le mani, i palmi sono pieni di righe che raccontano una storia.
Sfioro le dita imperfette ma che mi permettono di fare tante cose, come accarezzare. E mentre sono qui, sogno la tua pelle morbida e profumata, qualcosa che non può essere descritto neppure quando potrò stringerti tra le mie braccia.
Immagino e con delicatezza solletico il mio ventre che ormai ha cambiato la sua forma per farti spazio, nel tuo essere piccolo ma grande dentro il mio cuore.
Non mi sarei aspettata di avere addosso così tante emozioni, a cui faccio fatica a dare nomi e sfumature, sei stato una sorpresa e continui ad esserlo in ogni istante.
Spesso accendo la musica e sorrido pensando a quel giorno in cui ti dirò “mentre ti aspettavo l’ascoltavamo sempre”, poi mi perdo nel silenzio della stanza e tamburello le dita lì dove credo tu abbia una manina.
Le tue mani, altre righe, un seguito ai racconti delle mie, stringeranno sogni, altre mani troppo grandi e rugose, mani fredde e distaccate, mani tremanti d’amore e timide dei tuoi sguardi; stringeranno il tempo che spesso non sarà mai abbastanza per tutti i tuoi progetti, tu piccolo bimbo nei passi futuri di un grande uomo.
Non credo di essere già troppo avanti o immersa nei sogni, è come se ti vedessi anche se di te non spero nulla di particolare, come lineamenti o somiglianze, di te so che sarai arte come lo siamo tutti in questo mondo di equilibristi.
Dovrai per questo mantenere i piedi ben saldi a terra, la testa farà un sacco di giravolte e ti assicuro sarà bellissimo, perché ti permetterà di conoscere l’altrove e di scrutarti.
Sarai te stesso, sarai tu, senza troppi disegni da parte mia, perché dei progetti io ho sempre cancellato il finale per poi impastarlo all’ultimo minuto.
Ho imparato dal cielo, in fondo lui non è mai uguale all’attimo prima.
Sei attesa, sei profumo di aria, sei un’unica certezza: una grande storia che per la prima volta non posso immaginare ma solamente vivere.
Debora Alberti per tantipensieri
immagini dal web