Entra. Apri quella porta ed entra.
Lo sai già cosa ti aspetta là dentro, me lo leggi negli occhi, questi occhi così imperscrutabili, ma che tu hai imparato ad interpretare benissimo.
Ti seguo, entro dietro di te e chiudo la porta, a chiave. Movimenti lenti, gesti decisi. Ti metto una mano sotto il mento e ti alzo il viso, lo sai che è questo che voglio da te, testa alta e sguardo fiero.
Sei MIA, ma non la mia schiava.
Ti giro intorno e tu mi segui con lo sguardo, sei bellissima come sempre, i tuoi occhi sempre nei miei, uno sguardo misto di sfida e di adorazione.
Mi fermo dietro di te, il tavolino è ingombro di oggetti, li hai visti, li hai scrutati, ne hai immaginato l’utilizzo mentre il sangue ti ribolle nelle vene e il respiro aumenta di poco il suo ritmo.
Ferma.
Prendo la benda nera e te la pongo sugli occhi, non vedi nulla, ma sai tutto, conosci ogni dettaglio di me, di noi. Inizio a mettere a nudo il tuo corpo da favola, accarezzo la tua pelle morbida e profumata, mi inebrio del tuo odore, sposto i capelli e ti bacio il collo, le spalle; ti fa impazzire, lo so, lo sento, lo sento dai tuoi gemiti che escono piano dalle tue labbra, lo sento da quel brivido che ti scorre lungo la schiena e che ti fa tremare, ma resisti … lo vuoi … lo devi.
Polsi.
La mia voce è ferma nell’impartirti i comandi, anche se quasi sussurrata nelle tue orecchie, mentre ti bacio il lobo. Porti le mani dietro la schiena, accarezzo le tue braccia, le mie labbra lungo la tua schiena, il tuo corpo sempre più accaldato e sempre più fremente, paesaggi infernali si affollano nella tua mente, due diavoli con le nostre facce, i diavoli del piacere intenso, della passione sfrenata.
Dimmi che lo vuoi.
“Lo voglio”.
La tua voce non ha tentennamenti, sei sicura di te, di quello che vuoi, di quello che desideri da me. Perché in fondo siamo due metà della stessa mela, due pezzi dello stesso ingranaggio. Due cerchi di metallo, freddi, ti circondano i polsi stringendoli. Una leggera smorfia sul tuo viso che si trasforma subito in sospiro quando le mie mani iniziano a percorrere il tappeto del tuo corpo, indugiando, insinuandosi malandrine. Ti stringo a me, puoi sentire la mia passione crescere attimo dopo attimo e vedere contorcerti contro il mio corpo, cercarmi, volermi, è la cosa più bella del mondo.
Girati.
Lo fai velocemente, ormai hai perso ogni freno, ti bacio come non ti ho baciata mai, ti amo come non ti ho amata mai, in piedi come due pazzi, sfrenati come due adolescenti, le tue spalle contro il muro, il mio corpo su di te, dentro te. Sei stata cattiva, sai di meritare la punizione, la vuoi, la esigi come espiazione dei tuoi peccati. E puntualmente arriva dolce, severa, inflessibile, lasciando segni sul tuo corpo e graffi sul tuo cuore. I nostri corpi si aggrovigliano, i nostri sapori si mischiano, le nostre menti in una sola, sospiri e respiri, gemiti e lamenti, schiaffi e baci … questo siamo noi, Paradiso e Inferno, amore intenso e passione sfrenata.
E questo saremo, fino alla fine.
Ti guardo mentre ti accingi ad uscire dalla stanza, scalza con le scarpe in mano, ti giri verso di me con il viso stravolto, dietro ai tuoi occhi che stregano lo sguardo malinconico di chi ha già deciso; rimango fermo, fra le mani le tue mutandine in ricordo di un Amore infinito, intorno al cuore una gabbia che lo racchiude, che lo stringe, che lo imprigiona e di cui ti stai portando via le chiavi.
Un velo leggero copre gli occhi mentre seguo i tuoi passi che si allontanano, la voglia è quella di raggiungerti sulla scale prenderti e ricominciare, daccapo, ora e sempre.
Mi alzo … mi avvicino …
Gianni per @Tantipensieri