Mi emoziono sempre tanto, troppo.
Mi emoziono quando leggo un libro, quando guardo un film o un cartone animato; mi emoziono davanti ad un tramonto e perfino quando ascolto una canzone.
Mi emoziono così tanto che non ce la faccio proprio a trattenermi. Le lacrime scendono copiose e mentre tento di trovare un modo per non farmi vedere piangere, furtivamente cerco un fazzoletto di carta ed invento la scusa del classico “accidenti, ho un moscerino nell’occhio!”.
Emozionarmi, almeno per me, è una meraviglia continua, come quando da bambina passavo ore con il naso all’insù e rimanevo estasiata guardando la luna e le stelle o come quando guardavo il sole tramontare e mi chiedevo, ingenuamente, dove potesse mai andare a dormire.
Emozionarmi come quando le parole mi si fermavano in gola e non riuscivo a parlare, arrossivo e non mi restava altro che scappare nell’unico posto dove potevo essere me stessa.
Quel posto che solo io conoscevo e dove potevo starmene in disparte, nell’ombra di chi amava mettersi sotto la luce dei riflettori mentre a me piaceva nascondermi da tutto e da tutti, perfino da me stessa.
Quel luogo perfetto dove potevo e posso tutt’ora liberare le mie emozioni e le mie parole, dove riuscivo e riesco ancora sorridere, a essere spensierata senza che nessuno giudichi le mie azioni o i miei comportamenti.
Rimango lì, in quel luogo bellissimo a scrutarne l’orizzonte, dove ascolto il mio respiro ed accarezzo tutte quelle commozioni che finalmente posso vivere senza tormentarmi l’anima.
In quel luogo ho incontrato molte persone che sono riuscite non solo a farmi emozionare ma anche a farmi piangere di felicità o di dolore.
Con alcune di loro ho instaurato un bellissimo rapporto ma che si è rivelato solo un’illusione perché si è sgretolato come una roccia deteriorata dal tempo, con altre invece non sono andata oltre un semplice “ciao” o uno scambio di sguardi.
Non so spiegarmi il perché, ma ci sono persone che non mi trasmettono niente, non mi regalano niente, mi sembrano vuote sia nella testa che nei contenuti mentre io ho bisogno di stimolare la mia fantasia, di confrontarmi.
In quel luogo il destino ha fatto in modo che incontrassi delle persone speciali che sono entrate nella mia vita in punta di piedi ma che hanno fatto un grandissimo rumore.
Quelle persone che, con le loro parole ed il loro modo di fare, mi hanno fatto brillare gli occhi e si sono svelate giorno dopo giorno,
lentamente, come fossero le pagine di un libro che una volta iniziato a leggere ho avuto la bramosia di finire per poi iniziare a leggerlo di nuovo perché le belle persone sono così, non si finirebbero mai di leggere, talmente sono interessanti.
Quelle persone che ho imparo a conoscere e che piano piano sono entrate dentro di me e lì sono rimaste, incastrate nei silenzi di mille parole nella parte più vulnerabile del mio corpo, il cuore.
Sembrerà strano, ma è come se quelle persone, entrate per caso nella mia vita, in realtà nella mia vita ci siano sempre state.
Le persone, quelle speciali, per me sono come le emozioni, mi entrano dentro, mi scavano nel profondo e non finiscono mai di stupirmi. Al contrario le emozioni, come le persone, sono sempre nel posto giusto, al momento giusto. Non sono mai né vicine e né lontane, le emozioni sono ovunque, sono dovunque.
Le emozioni, come le belle persone, prima o poi arrivano, basta saperle aspettare… sempre!
Barbara per @tantipensieri
Immagine dal web