Lui (by @barbara7319 on twitter)

Lui era stupendo, bellissimo, meraviglioso nella sua dolcezza e nella sua semplicità.

Lui non era come tutti gli altri, lui era diverso.

Lui era unico nell’aver saputo attirarla a se perché aveva intuito fin dall’inizio quello di cui lei aveva bisogno, e lei aveva bisogno di lui.

Lui, che era entrato nella sua vita in punta di piedi si era impadronito della sua anima, della sua testa, del suo cuore e di tutti i suoi segreti.

Lui, che aveva pesato le sue paure trasformandole in spensieratezza e le sue debolezze in sicurezze.

Lui, che era stato in grado di spogliarla piano, senza fretta.

Lui, che era diventato il suo tutto.

Lei, che dall’essere tutto aveva iniziato ad essere il niente, per lui.

A lui, che sapeva amarla ma anche ferirla.
A lui, che bastava una sola parola, una sillaba per farla ritrovare davanti a lui priva di qualsiasi protezione, indifesa.

Lui, che l’aveva fatta diventare una donna diversa, furba, affascinante ma anche paurosa, diffidente ed arrendevole.

Lui, che l’aveva riprogrammata in modo tale da farla sentire sempre in debito verso di lui e verso quell’amore che stava diventando malato, quasi ossessivo.

Lui, che qualsiasi cosa lei facesse non era mai abbastanza.

Lui, che la spingeva oltre convincendola di dimostrare di più di quello che avrebbe dovuto.

Lui, che la puniva ed era contento solo quando lei abbassava la testa, accettava le sue condizioni e la sua umiliazione.
Lui, che provava piacere nel vederla indifesa, umiliata.
Lui, che provava piacere solo quando alzava le mani.

Lei, che non reagiva e spesso si ritrovava a chiedere perdono anche quando non ce n’era il bisogno.
Ma lei lo amava e si illudeva che tra di loro potesse ancora funzionare.
Più questa relazione andava avanti e più l’ossessione, la gelosia si impossessavano di lui mentre lei stava male e camminava incerta sui suoi passi, ormai succube di quell’uomo che le aveva riversato tutto il suo odio.

Lei, che ancora oggi se ci ripensa, non capisce come abbia potuto accettare tutto questo.

Lei, che quando riuscii a liberarsi di lui, da lui prese in prestito la sua cattiveria e la trasformò prima in rabbia e poi in odio ragionato, calibrato.

Lei, che ricominciò a volersi bene e a rimettere tutto in discussione, ricostruendo attorno a se alcune semplici certezze.

Lei, si riprese quello che lui le aveva tolto: la sua vita, la sua mente ed il suo corpo.
Il tempo passò lentamente. 
La sua assenza divenne un’abitudine e lei imparò a convivere con il dolore che aveva dato vita ad una donna diversa.
Una donna che non avrebbe avuto più il bisogno di amare qualcuno per sentirsi appagata.
Una donna vuota, che aveva perso tutto ma non la voglia di vivere.

 

Barbara per @tantipensieri

Immagine dal web

 

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