La vita è un banco di prova, muori e ancora non sai bene come funzioni.
E’ limitativo pensare di sapere cosa faresti o non faresti in quella o in quell’altra situazione, limitativo e sintomo di poca elasticità mentale. La mente è una cosa talmente complessa che secondo me, nessuno ha capito ancora bene bene fino in fondo i suoi meccanismi. Ogni comportamento, anche il più strambo e/o sorprendente è la conseguenza di una motivazione, che è la conseguenza di una motivazione, che è la conseguenza….
Certamente ci sono molte variabili: il carattere, il contesto di vita o, fondamentale, quello di crescita, o anche l’educazione ricevuta; per educazione non intendo il buongiorno e la buonasera, perché ti puoi consumare la lingua in saluti e salamelecchi e nel contempo essere un bigotto cattivo e maligno, pronto a giudicare e a nascondere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, per non vedere lo sfacelo emotivo e comportamentale che regna dentro casa tua.
Perché spesso è così che va, maggiormente nei piccoli centri dove ci si conosce un po’ tutti. Si riuniscono quelle quattro comari pettegole, magari alla fine della messa, con le ginocchia dolenti, (perché per pregare Dio bisogna inginocchiarsi, altrimenti la preghiera non vale), e con dette ginocchia dolenti e il rosario ancora intrecciato tra le mani, puntano il dito e parlano a vanvera.
(E si sa che, nelle piccole realtà, “La lingua osso non ha ma osso rompe”, diceva nonna, ma diceva anche “Chi se meraviglia ce spiana le mani”)
E con quella bella lingua biforcuta tagliano e cuciono cappottini su misura per tutti, sputando sentenze e attaccando gratuitamente calunniose etichette, specie a chi se ne frega e non si presta a tali giochetti. Sono le stesse lingue che invece in maniera recondita, invidiano chi guarda più avanti di un palmo dal naso, chi sogna qualcosa di diverso, chi ha chiare le sue ambizioni fuori dalle righe e riesce a realizzarsi, chi dà semplicemente spazio alla propria personalità senza fare fondamentalmente nulla di male.
Gli educati buongiorno e buonasera non sono attenuanti valide per persone che poi non accettano altre vedute, che non considerano le sfumature di altri modi di essere, che pretendono addirittura che i loro figli crescano a loro immagine e somiglianza. I figli sono innanzitutto identità pensanti, non marionette sulle quali riversare ambizioni perdute di un tempo che fu o limitanti campanilismi; l’amore per le proprie radici deve essere una scelta non una forzata ipocrita conseguenza.
Piuttosto ai figli va insegnato il rispetto, ma con l’ESEMPIO, anche mangiando semplicemente pane e olio.
Mi pesa molto riconoscere queste caratteristiche di chiusura mentale, tollerabili nelle persone in età, anche in generazioni più giovani. Come si fa a “tarare” la propria vita e viverla serenamente, rifiutando l’idea che ci possa essere altro? Perché io sono convinta, a prescindere, che ci sia anche altro, sempre ed in ogni ambito; che ci sia altro oltre quello che io vivo e so; che ci sia altro oltre tutto ciò che sembra scontato.
Sono convinta che ognuno ha un suo potenziale, e che stimolato nei modi e tempi giusti, e anche dalla persona giusta, possa tirare fuori ciò che nemmeno sapeva di avere dentro.
Allora mi chiedo: – Forse, chi non riesce a comprendere questo concetto, non si trova in condizioni di potersi esprimere? O forse ha capito troppo bene tutto ciò e magari ha raggiunto un equilibrio, in un complesso contesto di vita, e un cambiamento sarebbe una sorta di rivoluzione? –
Un po’ l’una e un po’ l’altra cosa secondo me. Ma non posso arrendermi all’idea che sia una scelta lasciar scorrere la propria vita in maniera incolore ed essere soddisfatti. Non ci credo. Assolutamente.
Non sarebbe vivere.
Sandra per @tantipensieri
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