Geniale, poliedrico, ineffabile, ironico, provocatorio, iconoclasta, irriverente. Con l’espediente dell’eteronimia, Fernando Pessoa ha scandagliato e spersonalizzato l’essere umano affrancandolo dal particolare, dal frammentato, dall’io. È stato un risvegliato travestito da poeta. Con il suo comparare la vita ad un sogno prendendosi gioco di ogni concettualizzazione e riferimento pseudo-continuativo ad un’entità separata dal Tutto, Pessoa rivela – attraverso la sua scrittura – la bellezza della pura metafisica.
Ovviamente anche lui fu “genio postumo”. L’umanità scopre spesso con puntuale ritardo ciò che esce dal pensiero collettivo in quel preciso periodo storico. Da non perdere “Il libro dell’inquietudine”, “Faust” e “Una sola moltitudine”.
Meraviglie d’Assoluto.
“Ascolta, avvicinati
è la prima volta che dirò ciò che dico.
Tu non capirai – forse ancora o mai –
non ti spaventare, ascolta.
Il mondo racchiude il sogno come realtà
e in ogni suo frammento (non capisci?)
esso vive tutto intero.
Le figure del sogno
non conoscono il sogno del quale sono figure
perchè il mondo non è solo sognato
ma è all’interno del sogno un altro sogno
in cui anche i sognatori sono sognati.
Puoi capire?”
“Chissà se morendo io passerò ad un altro grado di ignoranza
ad un altra forma di mistero atroce
mistero altro e nuovo ma poi, lo stesso?
Se in altra specie, in altra terra
andrò a continuare l’ignoranza e la paura dell’Essenziale?”
Fernando Pessoa (1888 -1935)
@federicoastel per @tantipensieri
Immagine tratta dal web