Questo brutto vizio che ha mia madre di lasciare la porta di casa aperta! E’ convinta che tanto i delinquenti non verranno mai qui da lei per rubare.
– …. che quelli lo sanno bene dove devono andare! Io sono una povera pensionata, vivo in una casa semplice, senza lussi, in un paesetto sperduto! Che vengono a fare?
– Mamma, tu non ti rendi conto, i delinquenti si attaccano a tutto, per dieci Euro ti lasciano stesa a terra.
– Io glielo dico…tanto anche se mi ammazzate uscite senza niente da qui…
Vabè, che le spacco la testa? Ormai mi sono arresa, entro e basta.
– Mamma? Dove sei?
E’ in camera, in ginocchio davanti al baule della biancheria, anzi, “dentro “ al baule.
– Ma che stai facendo?
– Sto dando una sistemata a ‘sti zaravagli (dalle mie parti sono le cose inutilizzate che occupano spazio).
– Ma che dici? E’ la tua biancheria del corredo!
Ogni volta mi incanto a guardare quei capi. Tessuti straordinari, che è diventato difficilissimo reperire, se non in artigianato locale, ma che solo un occhio attento e un cuore nostalgico sanno apprezzare. I mercatini dell’usato sono pieni di queste cose ora denominate “vintage”. E’ un termine così elegante, per classificare ciò che non è più di moda, che appartiene ad altri tempi, cose che qualcuno tiene in casa così per sfizio, come per fare un favore ad un epoca andata.
Io invece le amo tanto. Penso che sono assolutamente rappresentative di una generazione che, con quel poco che aveva, ci ha dato tanto e che ci ha formato e che, a mio avviso, non è abbastanza rispettata.
Mi affascina riflettere su quanto possono aver visto quei tessuti e quei ricami; le timide chiacchiere tra ragazze semplici e inesperte della vita; i “peccaminosi” pensieri, suscitati da un semplice sguardo di qualche giovanotto, che si permetteva di avvicinarle, magari quando andavano a prendere l’acqua alla fontana del paese. I sogni riversati su quei ricami, specialmente in ambienti di provincia, sapevano di famiglia, di rispetto, di sacrificio, di pazienza e di dedizione.
Il tempo passa, tutto si modifica. Sono cambiati i sogni dei giovani, che, per fortuna, hanno la possibilità di mostrare il loro potenziale e di emergere, qualunque ne sia l’ambiente di provenienza.
Ma come in tutte le medaglie le facce sono due.
Le ragazze di una volta portavano avanti la famiglia e soffocavano le ambizioni, che forse neanche sapevano di avere. Spesso rimanevano intrappolate nei loro tabù, senza termini di paragone, rinunciando così, senza rendersene conto, alla donna e alla femmina che erano in loro. E questo era sbagliato. Assolutamente.
Le generazioni giovani hanno progetti diversi, sono libere di esprimersi, senza problemi e sotto ogni aspetto, ma si è perso il senso della famiglia sulla quale è fondata la società.
Che dire… (mi sto perdendo nei miei pensieri)
– Mamma, adesso ti aiuto io, ripieghiamo per bene tutti questi zaravagli e li rimettiamo nel baule. Sarà l’eredità più importante che avrò da parte tua. Va bene?
– Se va bene a te…
Sandra per @tantipensieri
Immagine di presentazione: foto dell’autrice