Mi sono chiesta di quale argomento mi piacerebbe leggere in questo periodo…
Ho cercato, riflettuto, su temi che mi facessero allontanare dal momento quasi surreale vissuto da tutti; qualcosa che alleggerisse e devo ammettere, non è stato facile. Si vive il presente quasi meccanicamente ed il futuro è ancora più incerto di come lo è di sua stessa natura. Alla fine mi sono resa conto del filo conduttore che mi ha accompagnato in questi giorni: il passato.
Ma non “uno ieri” recente, bensì, remoto; l’esempio, il racconto degli anziani, dei nonni, la storia. La storia è ciclica, si ripete, veste abiti diversi, cambiano i nomi, ma gli insegnamenti che ci dona, per sostanza, rimangono sempre gli stessi; siamo noi che poi li dimentichiamo.
Avevamo dimenticato cosa fosse la vera libertà e quanti sacrifici fatti per conquistarla; avevamo accantonato la comprensione che “avere un lavoro” fosse una ricchezza e non una catena. Avevamo scordato quanto fosse importante la famiglia; abbiamo compreso il perchè prima c’erano famiglie numerose formate da almeno tre generazioni, mentre mia nonna ora è lì, a casa, da sola per tutelare la sua salute, quella fisica, senza uscire, incontrare…
Avevamo trascurato l’importanza di una carezza ( data di fretta), di un bacio ( veloce), di un sorriso ( di circostanza), di un abbraccio ( freddo) ed ora la domanda più sentita, più importante, è diventata ” Come stai?” e cede il posto alla banalità con cui l’avevamo etichettata.
Avevamo dimenticato il sole, i prati, gli alberi, i fiori, il cielo, il mare.
La Terra l’abbiamo torturata con il nostro asfalto, le nostre macchine; il fumo aveva coperto il profumo di pane appena sfornato.
Avevamo perso tutto pur vivendo nell’illusione di avere tutto tra le mani; non avevamo niente se non il tempo che correva in tutta fretta, ora il tempo si è fermato, ma si può ricominciare…
Leandra Tersigni per @tantipensieri
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