Cammino velocemente per le vie del centro, le mani fredde dentro alle tasche del piumino, le guance arrossate ed il naso ghiacciato.
Le persone sembrano piccole trottole che escono ed entrano nei negozi alla ricerca dell’ultimo regalo.
Mi soffermo e guardo rapita le vetrine vestite a festa: neve di polistirolo o di cotone, addobbi e luci ad intermittenza.
Natale è alle porte e per la prima volta, dopo molti anni, mi sento serena e riesco perfino a sorridere.
Chiudo gli occhi per un momento e mi lascio trasportare indietro nel tempo a quando gli abeti erano veri e spelacchiati, a quando le luci non erano multifunzione, a quando ricevevamo pochi regali ma buoni, a quando giocavamo a tombola con le bucce di mandarino, a quando il Natale era bello perché tu eri con noi.
Noi, che sensazione di pienezza nel pronunciare queste tre lettere.
Te ne sei andato improvvisamente ma facendo un grandissimo rumore.
Un’uscita di scena degna di te, che hai sempre amato le cose in grande stile nonostante tu fossi l’uomo più umile del mondo.
E non hai scelto un giorno qualsiasi per andartene, ma una fredda Vigilia di Natale.
Ti ricordi? Eravamo tutti contenti e spensierati a parlare del più e del meno, tutti insieme come ti piaceva che fossimo: una grande famiglia.
E adesso che non ci sei più di quella grande famiglia non è rimasto niente o quasi.
Per me è come se il tempo si fosse fermato a quella sera, è come se nella mia mente tu fossi partito per un lunghissimo viaggio di lavoro come facevi sempre quando ero bambina e, come da bambina, aspetto il tuo ritorno anche se sono consapevole che non tornerai più.
Lo ammetto, il Natale, è un periodo strano per me perché rappresenta il passato.
Un passato che non potrà più tornare, un passato che non cerco di dimenticare perché fa parte di me, del mio essere.
Molti pensano che il dolore fortifichi e che possa cambiare le persone, ma non sanno che il dolore non potrà mai cancellare quello che di più prezioso abbiamo: i ricordi.
E così improvvisamente, mi assale il desiderio di ritrovarti nelle piccole cose, nei tuoi addobbi, perfino nei menù che scrivevi per tutti noi e che gelosamente ho conservato.
Mi assale il desiderio di ritrovare la magia del Natale e di emozionarmi ancora perché da quando non ci sei non abbiamo più festeggiato il Natale.
So che non approverai perché a te piaceva celebrare queste giornate di festa.
Guardo il cielo.
E’ così bianco che sembra voglia nevicare da un momento all’altro, si è alzato anche il vento.
Chissà, forse sei tu che mi starai accarezzando e guardando con quegli occhi dolci ma severi come se volessi rimproverarmi da un momento all’altro per non essere stata in grado di portare avanti la tradizione della nostra famiglia.
Sai, ci sono voluti tanti anni prima che metabolizzassi la tua assenza.
Ormai non tornerai più lo so, anzi, perdonami se non ti ho lasciato andare via prima, se ti ho tenuto con me più del previsto.
Scusami se solo adesso ho smesso di odiarti per essertene andato così, senza un saluto, e scusami se non vengo a trovarti spesso nella tua nuova casa, per me la tua casa rimane dentro al mio cuore.
Buon Natale papà, ovunque tu sia
Barbara per @tantipensieri
Foto dell’autrice