Quella notte il caldo era così opprimente che lui non riusciva a prendere sonno.
Allungò il braccio e si girò su un fianco sorreggendosi la testa con una mano.
Lei era lì, accanto a lui, i capelli lunghi sparsi sul cuscino; il viso era inclinato sulla destra e aveva una mano dietro la nuca mentre l’altra era stesa lungo il fianco.
Era così tranquilla, dolce e terribilmente sexy con le gambe leggermente divaricate.
Lui fissava ogni parte di quel corpo annotandone tutti i movimenti, anche quelli più impercettibili.
Gli piaceva osservarla, studiarla e memorizzarne ogni cicatrice, ogni neo.
Era come se imprimendo ogni centimetro di quel corpo fosse sua, ancor più di quello che in realtà era.
Iniziò a sfiorarle la pelle morbida e delicata.
Si soffermò su quelle labbra così invitanti e leggermente socchiuse; i suoi occhi indugiarono su quel ciondolo intrappolato dentro al suo seno prosperoso e così invitante.
Nonostante quelle curve così burrose lo eccitassero non voleva svegliarla, aveva solo voglia di guardarla, di osservarla.
Si rese conto che entrambi viaggiavano alla stessa frequenza, non solo a letto ma anche nella quotidianità.
Bastava che i loro occhi si incontrassero senza la necessità di dirsi nulla.
Si capivano e questo a lui bastava.
Lui, così riservato era stato catturato dalla sua dolcezza, dai suoi sorrisi e dalla sua passionalità.
Tutto tra di loro sembrava stupendo, incredibile, difficile da comprendere ed entrambi, consapevoli di questa alchimia, preferivano non pensare a ciò che si nascondeva dietro quel mistero.
Perché quello per loro, era e restava un mistero.
Si avvicinò a lei e la baciò dolcemente, quasi avesse paura di svegliarla.
Lui adorava baciarla quando dormiva perché, così, non le permetteva di vedere il suo lato romantico, malleabile, debole e arrendevole quello che riusciva a nasconderle.
Era il suo segreto e lei, lo stava scoprendo perché era così brava a leggere dentro al suo cuore.
Lei che riusciva a calmarlo.
Lei che riusciva a farlo sorridere.
Lei che lo aveva preso così tanto.
Lei che non desiderava altro che stare con lui.
Ma lui era pronto per stare con lei? Forse non era pronto o, forse, non lo sarebbe mai stato.
Guardò l’orologio, erano le due di notte.
Troppo tardi per dormire, troppo presto per parlare.
Prese quel che era rimasto del sigaro sul comodino e dandogli le spalle lo fumò fino a bruciarsi le dita.
Si girò di nuovo verso di lei, dormiva ancora ed era così tremendamente bella.
Aveva bisogno di lei, aveva bisogno di viverla, di sentirla, di farla sua.
Tolse un lembo del lenzuolo scoprendo il suo corpo fino a metà gamba.
Si avvicinò con il viso e poggiò la guancia sopra la sua gamba.
Rimase così per qualche minuto, assorto, fino a quando la voglia di lei non ebbe il sopravvento.
Iniziò a baciarla, dapprima lentamente poi con passione, fino a quando lei si svegliò e si offrì a lui, completamente, amandolo e donandogli tutta se stessa come se non ci fosse un domani, come se ci fossero solo loro due.
E solo quando la passione arrivò al culmine lui capì che forse era davvero arrivato il momento di stare con lei, per sempre.