L’eco lunga perché: Procino compie un’accurata analisi sullo svuotamento di senso proprio del vivere odierno senza mai cedere all’abbraccio del niente nichilistico; per farlo ricorre a miti ed eroi greci oppure, come nei versi qui proposti, all’esperienza intima filtrata dalla sapienza del verso, che Procino sa ben costruire e far suonare: non a caso l’eco a cui l’autrice fa riferimento è ciò che resta dell’afflato del vivere dentro la poesia.
Ho tempi brevi.
Mi mancano le vocali lunghe
un tempo futuro che si inarca
per le colline gonfie e si perde
dondolandosi
nelle discese sgombre di pensieri.
Ho vita limitata ai tuoi abbracci
che lambiscono i miei fianchi
docili non più insolenti.