Il ponte perché: il richiamo al comune vedere rende i versi di Popolano immediati e intensi, tutti giocati sul rapporto assenza/presenza e luce/ombra. L’autrice compie, in una brachilogica sequenza, un intero cammino nell’esistenza, in cui è il passaggio stesso a essere prova e misura dello stare al mondo, in cui il senso ultimo è dato dall’altro, poiché per attraversare dobbiamo essere attraversati, farci ponte.
Tra raggi obliqui
e ombre lunghe e corte
ti tuffi attraverso
la mia vita ed io,
passo dopo passo,
lascio tracce.
(da Abitare mura diroccate: la raccolta inedita ha vinto il premio Nabokov 2019 e sarà pubblicata da 96 Rue De La Fonfaine)