Tempo rivoluzionario perché: con stile quasi cronachistico fatto di date, eventi storici e versi interrotti, Tasin offre uno spaccato di intensa alternanza poetica tra micro e macro, tra personale e collettivo, mostrando come la grande storia si leghi alla piccola, e come dentro la piccola ci siano contraddizioni, spesso indicibili, che continuano a rappresentare però la vera faccia umana dell’esistenza. Uno spaccato, quello offerto da Tasin in questa poesia, straniante e toccante, e di indiscutibile valore.
Occupazione della facoltà
di
Sociologia:
dibattiti
notti in bianco
idee ribadite
cambiate
fossilizzate
e mentre spostiamo il verbo
fissiamo i concetti
lavoriamo per la commissione paritetica
e condividiamo il potere decisionale
– venerdì 4 novembre 1966 –
il fiume Adige
esonda
ritrova l’antico alveo
occupa strade e binari
ondeggia melmoso
colma cantine e botteghe
si butta per strade scoscese
travolge case e persone
sbianca pagine scritte
spegne musica
ignora anime
Assemblea straordinaria:
l’occupazione ha termine
In tarda serata
dalle aule di via Verdi
ci riversiamo in strada
come biglie lanciate in una
città senza luce
Trento è un’isola
In un vicolo scuro e offeso
s’intravede una donna
culla una croce
con un Cristo pencolante
È diluvio
Ci salgono alle labbra invocazioni sommesse
caliamo sulla fronte il cappello
che non s’ha da vedere e sentire
che noi
– giovani rivoluzionari –
di fronte a tanto vacillamento
ci siam messi a pregare