Mi hanno chiesto di fare un bilancio del bello e del brutto dell’anno appena concluso.
Non è mia abitudine maledire o ringraziare la Provvidenza e non vi è ragione per cui debba fare un’eccezione oggi. Preferisco chiamare me stessa al banco dei testimoni per giudicare un anno che non è stato senza difficoltà, lasciando la fortuna e la sventura fuori dall’aula.
Questo bilancio non deve riguardare il fato, né la sfortuna, né il 2018 che altro non ha fatto se non trasformarsi in un ennesimo calendario da buttare. L’unico bilancio siamo sempre e solo noi, pertanto spero che la Provvidenza non si offenda se oggi ringrazio me stessa. Se pensate di meritarvelo, vi invito a fare altrettanto. Questo è il momento.
Ringrazio me stessa per essere caduta, per aver creduto di non potersi rialzare e per avermi sorpreso facendolo comunque.
Ringrazio me stessa per essersi presa cura dei legami di cui ha bisogno e soprattutto per aver riconosciuto di averne bisogno.
Mi ringrazio per aver compreso che le cose che si desiderano si ottengono con fatica un giorno dopo l’altro e che le scorciatoie non esistono.
Mi ringrazio per aver difeso le mie scelte, non solo dagli scettici, ma dalla mia paura soprattutto.
Il martello del giudice batte i suoi colpi. Io mi batto una pacca sulla spalla – me la merito – e poi mi volto verso l’aula per ringraziare chi quest’anno c’è stato, anche solo per un attimo.
Buon bilancio a tutti.
Alice rocchi per tantipensieri
Immagine dal web