Lui era arrivato presto, prestissimo.
Su quella lingua di spiaggia con la luna, piena ed estremamente luminosa, a picco sul mare. Si erano dati appuntamento lì in quella calda sera d’estate, ma lui era in anticipo e di molto.
La sera prima in quel locale dove si alternavano sapientemente sfrenati ritmi sudamericani, pezzi della moderna disco-music e romanticissime canzoni italiane, tra loro era scattata un’attrazione a prima vista.
Lei che danzava, leggera come una farfalla, insieme alle amiche; lui, appoggiato al bancone del bar, chiacchierava animatamente e rumorosamente con gli amici. Un incrocio di sguardi, qualche schermaglia a distanza e le loro difese erano cadute in un solo istante; si erano guardati tutta la sera senza avere il coraggio di parlarsi, ognuno col timore di rompere quell’incantesimo.
Lei era un moto perpetuo, scatenata nel ballo e con uno sguardo ammaliante e penetrante da lasciare senza fiato.
Lui, timido e impacciato, non riusciva a distogliersi dalla sua vista; non capiva perché quella ragazza così bella ed elegante guardasse proprio lui. Cosa ci trovava? Lui diceva sempre, tra sé e sé, che nessuna ragazza lo avrebbe mai trovato interessante.
A lui facevano piacere le attenzioni che lei gli stava riservando, avrebbe voluto avvicinarsi, parlarle, fare amicizia e fare in modo che lei conoscesse la sua personalità, visto che del suo aspetto fisico non aveva fiducia.
Ma la timidezza lo attanagliava, ogni volta che tentava di fare il passo il fiato si faceva corto, le mani sudavano, il cuore batteva all’impazzata.
E puntualmente rinunciava.
Chissà se lei se n’era accorta, se aveva capito, chissà cosa pensava di lui.
Anche lei era fondamentalmente timida, ma lo mascherava con un atteggiamento alle volte persino sfrontato. Era la regina del suo gruppo di amiche, sempre pronta a ridere e a scherzare, ma quella sera era distratta da quel giovane timido e carino e non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.
Era passata così quella sera, tra tentativi di approccio abortiti sul nascere e sguardi maliziosi che chiamavano, invitavano alla conoscenza.
E all’uscita lui aveva trovato il coraggio di chiederle un appuntamento, lei aveva acconsentito indicando come luogo quella lingua di spiaggia che si incuneava nel mare.
Così era lì, con quella rosa fra le mani, con il timore inespresso che Lei decidesse di non venire. Nervoso, ma fiducioso. Impaurito e incuriosito, desideroso di rivederla; in realtà non aveva pensato ad altro per tutto il giorno.
Finché finalmente la vide arrivare, bella come una regina, leggera e sfavillante, la luce della luna che la faceva risplendere in un turbinio di colori riflessi.
Il profumo della rosa che lui le porse la inebriò.
La luna fece da testimone al loro primo, intenso, stupendo bacio d’amore e li avvolse fra le sue grandi braccia proteggendoli da tutto e da tutti.
Fino a quando avrebbero creduto nel potere della Luna nessuno avrebbe potuto far loro del male.
Gimbo67 per @tantipensieri
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