Il mondo sotto allo stagno

Bighellonando per le strade e i salotti della Natura, senza alcuno scopo se non quello di rigenerare i sensi, mi sedetti sulla riva d’un cerchio d’acqua.

Sulla superficie dello stagno, scoprii un mondo nuovo, capovolto, meno rigido del mio, in apparenza popolato da confini incerti e possibilità infinite. 

Mi lasciai cullare da queste fantasticherie sul confine del sonno e immaginai che anche i suoni dovessero essere confusi nel paese sotto lo stagno, probabilmente rallentati al punto che, per comprendere ciò che dicono, sarebbe stato necessario riscoprire una forma d’ascolto che non conosce fretta, che non concede al Tempo nessuna considerazione. E se il mondo sotto lo stagno non facesse parte del regno del Tempo? 

Questo lo renderebbe ancora più interessante, quasi invitante.

A un tratto venni colpita da un’altra idea a dir poco bizzarra: e se poi d’improvviso, travolgendomi come fanno i ricordi scomodi, da oltre le cortine d’acqua emergesse un abitante di quel paese? 

Se da quello specchio fremente si distaccasse una figura impossibile, terrificante come tutto ciò che è troppo bello, e mi invitasse a seguirla?

Cosa farei? 

Mi protenderei verso di lei? Mi lascerei prendere? Può darsi. 

Una lieve increspatura segnò la superficie dello stagno e venne a lambire i miei piedi.

Credetti allora di udire una voce, uno di quei suoni lenti e ovattati che avevo immaginato. Ascoltai senza fretta, rinunciando al Tempo e alle sue leggi e fu allora che riconobbi il mio nome ripetersi come un rintocco, sulle note sospese di un canto. 

Mentre le acque risalivano i miei fianchi come i rami d’edera avvolgono la pietra, in quel momento pensai che il mio nome, così cantato, avesse il fascino nostalgico dei miti antichi, che narrano di altri mondi al di là del Tempo. 

Credo che il mondo sotto allo stagno avesse bisogno di una leggenda, una rovina su cui fantasticare a cui dare il mio nome.

Alice Rocchi per Tantipensieri

(in copertina foto dell’autrice quadro di “Fernand Khnopff, L’acqua immobile”)

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