In poche parole, l’amicizia se c’è si sa e si sente, è riscontrabile vicendevolmente. Per me è un dono di reciprocità e do tanto.
Io qui lo scrivo e per me, certe esperienze sono segni, così come lo sono molte incomprensibili assenze.
Che poi nell’oggi relazionalmente (o)scuro, latita l’attenzione tout court. Milioni di distratti, da cosa? Da sé stessi, dall’ego che adombra l’essenza vitale e la capacità di esserci e di dare per gratuità e per mistero.
Tuttavia, nel terzo millennio le cose sembrerebbero in apparenza più complicate. Ma facciamo attenzione, complicate non vuol dire complesse. Anzi, penso che spesso complicazione è sintomo di superficialità e non ha alcun grado di parentela con la complessità che è tipica dell’intelligenza dell’uomo e delle varie relazioni tra esseri umani. In apparenza, non significa che quel che sembra passi dal sembrare all’essere.
Quindi la complicazione che è figlia della superficialità (così diffusa nell’epoca contemporanea più che in altre) rende piuttosto difficile comprendersi a vicenda e ostacola in modo sempre più percepibile l’espressione della libera amicizia tra liberi amici.
Se alla complicazione, nemica della libertà e dell’essere (ontologico), ci si aggiunge il fatto che puoi incontrare persone che riescono ad esserci solo ad intermittenza. Un po’ ci sono, poi non ci sono più. Poi tornano e tu non riesci più a capire.
Tu che cammini in punta di piedi sul cuore delle persone e provi rispetto e affetto.
In alcuni casi trovi anche chi ha il virus del narcisismo, che è una piaga sociale del nostro tempo, a tutti forse è capitato di trovarsi in apparenza circondati da molti “contatti” quotidiani per nulla corrispondenti alla disponibilità reale di tempo, di slancio, di interesse, di attenzione, di “esserci-nel-mondo” tipico dell’amicizia. Ovviamente ci sono casi nella vita di ognuno che portano ad essere anche se temporaneamente non autonomi e dipendenti dagli aiuti altrui e trovandosi suo malgrado a fare esperienze di amicizie nella sostanza assenti inesistenti, o peggio talvolta ipocrite, a dispetto di dichiarazioni di intenti delle quali non si riesce a coglierne il senso. Infatti ci se ne rendi conto poi tornando alla vita reale quella di sempre.
Quella vita che sempre mi insegnò, nell’esperienza, che l’amicizia se c’è si sa e si sente come dono di reciprocità, adesso è un periodo che mi sono proprio persa. Non ho più le coordinate esperienziali dell’amicizia secondo gli umani di questo tempo. Succede che troppi amici e amiche, o almeno persone che magari senti tali (anche per lustri e lustri) a dispetto delle dichiarazioni d’intenti, non sono stati in grado di trovare un attimo di spazio-tempo per un “ciao”.
Per carità nessuno ha obblighi o vincoli, per me se è vera amicizia non sei gelosa/o di altre (sue) amicizie, le mie mi piace condividerle. Ma ti trovi a volte davanti a comportamenti che fanno nascere soprattutto quella sensazione di vigliaccheria da parte loro nel non saper dire chiaramente quello che sta succedendo quando basterebbe “non ho tempo… le vacanze… troppo lavoro … non ho voglia di parlare e troppi casini… oppure mi sto innamorando e mi prende tanto”. Quasiasi sia la ragione… è comprensione e correttezza in quell’amicizia che se c’è si sa e si sente e fa la differenza, che cura, che dovrebbe fare bene reciproco al cuore e al sorriso e alla presenza reale dei due esseri umani che si dicono amici.
E poi nulla. Sono brillati per sola assenza.
Ecco, cosa sia l’amicizia non lo so più.
Però credo che il narcisismo e la superficialità danneggino nel profondo tutte le relazioni umane e, in specie, l’amore e l’amicizia.
Pace e pazienza. Se non si può fare con, si fa senza.
Tornando alla reciprocità, mah, dev’essere diventata una perla rara, oppure qualcosa come un’altalena rovesciata, le corde fissate a terra e la tavoletta per aria.
Non funziona, non si parte, non si decolla, non ha senso, vietato volare. In questo mondo troppa distrazione collettiva e personale corrisponde a molta assenza.
Scarsissima presenza, chissà l’essenza.
Se non si può fare con, si fa senza.
In sintesi, la mia vuole essere solo una constatazione semplice…
C’era una volta l’amicizia. Ciao!
Marinella per @tantipensieri
Foto dell’autrice
Proprio vero Mary….
C’era una volta l’amicizia…
Si Ivan proprio così aimè “c’era una volta …”
(mi ero persa questo commento)