È venerdì, tardo pomeriggio, il sole è tramontato, sta facendo buio e sto guidando direzione casa mia. Percorro il viale principale del piccolo borgo dove vivo. Tutto d’un tratto il viale si illumina a giorno! Wow! Le luminarie! Che belle! Fiori luminosi e coloratissimi sospesi in aria. Certo, sono modeste, ma infondono tanta allegria e una bellissima sensazione di festa. Infatti la penultima domenica di settembre al mio paesello c’è festa, in onore della Madonna.
Tralascio l’aspetto religioso, perché assai articolato, ci sarebbe da dire tutto e il contrario di tutto. Magari alla Madonna non interessa la festa… Voglio piuttosto cercare di trasmettere l’atmosfera che si respira qui in questi giorni. Già da qualche tempo si è costituito il “Comitato festeggiamenti”. Non sembrerebbe, ma è un bell’impegno. Devono preoccuparsi di molte cose, principalmente di raccogliere soldi, facendo a volte una vera e propria questua porta a porta. Poi c’è da pensare ai permessi e le autorizzazioni da richiedere, alla lotteria e ai biglietti da far stampare, scegliere il complesso bandistico, contattare le agenzie per cercare un personaggio o una band, più o meno noti, che animino le serate del sabato e della domenica…insomma, un bel da fare. Ricordo I Nomadi in un bellissimo concerto, pochi anni fa, nel piccolo campo sportivo.
Siamo al sabato, c’è tutto un fermento in giro. Nel primo pomeriggio l’esibizione degli sbandieratori del luogo. Ho seguito i loro spettacoli decine di volte, ma provo sempre una curiosità nuova. Sono bellissimi nei loro costumi dalla foggia antica. Le bandiere volano in aria come enormi farfalle colorate. Tenerissimi i piccoli, le nuove leve del gruppo, con le loro bandiere small, molto emozionati e concentrati, attenti a non sbagliare. Dopo cena (queste poche giornate sono scandite così: il prima e il dopo pranzo, prima e dopo cena), tutti in piazza. E’ festa. C’è lo spettacolo. Punto. Col suo chiosco, sempre lo stesso da trent’anni, il venditore di leccornie. Caramelle di tutte le forme e colori, e noccioline rigorosamente impacchettate in bustine lunghe e rosse. Anche la campana dell’orologio dell’antica torre fa la sua parte, scandendo il tempo ogni quarto d’ora.
E’ domenica finalmente! Alle 8:00, puntuali, i colpi scuri danno la sveglia. Il pane fresco da comprare! Il piccolo locale del forno è pieno di clienti come un uovo. E’ subito metà mattina. Sono in cucina a preparare il pranzo e sento una musica che proviene dalla strada. La banda! Altro simbolo di festa e di allegria per me. Esco velocemente sul balcone per ascoltare meglio e per vederla passare. Arriva l’ora della messa, la chiesa è gremita come fosse Natale. Il pesante fercolo in legno dorato, con l’Immagine Sacra, è pronto per essere portato a spalla, in processione. Ci incamminiamo quindi per le viuzze del borgo addobbate a festa, tra preghiere e musica. I ragazzi del Comitato si affannano, si sgolano e si sbracciano, per mantenere ordine tra le pecorelle smarrite. Osservo delle signore in età tra i fedeli. Una si riavvia i capelli, che una folata di vento le ha scomposto, e con l’altra mano cerca di tenere borsetta e rosario insieme. Un’altra quasi trotterrella sui tacchi che non è più abituata ad indossare, cercando di mantenere una traiettoria rettilinea. Una terza si sistema in continuazione la giacca, che non le va più a pennello come una volta. Ma tutte e tre devono aver rispolverato l’abito della Prima Comunione del loro figliolo più grande. Mi scappa un sorriso, ma non è di scherno, anzi, tutt’altro. Le ammiro invece, perché, nonostante l’età, hanno ancora il piacere di farsi belle. La femminilità non ha età.
Arriva l’ora del pranzo e non c’è famiglia che non abbia per ospiti amici o parenti vari. Nel pomeriggio passeggio un po’ e mi giunge la voce di mio cugino al microfono. Stanno battendo all’asta i prodotti tipici. «Signore e Signori attenzione, abbiamo qui una buonissima crostata gentilmente offerta dalla comare Maria (comare immaginaria), con marmellata di more raccolte da lei stessa, e una bottiglia di limoncello, offerto dal consorte, il compare Antonio (immaginario anch’egli). Base d’asta 10 Euro. Chi offre di più? Signori non possiamo permettere che la comare e il compare si offendano!» Con questo simpatico giochetto la crostata e il liquore vengono venduti a 50 Euro, cifra che va in cassa per i festeggiamenti. E avanti così fino ad esaurimento dei prodotti offerti. Una puntatina a casa per la cena e di nuovo la piazza si riempie per un altro spettacolo. Giunge la mezzanotte. E’ il momento dei fuochi d’artificio, con sottofondo musicale, che chiudono i festeggiamenti. Lo spettacolo pirotecnico è il terzo elemento, per me essenziale, per poter dire che c’è aria di festa. Tutti con il naso all’insù. Il cielo si illumina con meravigliose esplosioni di colori. Luccichii che sembrano infinite stelle, scendono giù come una pioggia dorata.
Pochi fortissimi colpi scuri e anche quest’ultimo spettacolo è terminato. La festa è finita. Ora sarà la volta dei commenti. E questa per me, è sempre una nota dolente. Le critiche sono sempre dietro l’angolo. Non è una cosa bella criticare senza fare. Mia nonna diceva: «Chi vuole vada e chi non vuole mandi». Quindi, tutto ciò che decide il Comitato a me sta più che bene. E li ringrazio sempre personalmente. Si impegnano moltissimo, sottraendo tempo alle loro attività personali e alle loro famiglie.
Ah! Una cosa ho dimenticato! Di invitarvi a pranzo! Mannaggia! Sarà per la prossima volta…
@borghettana per @tantipensieri
Foto dell’autrice