Domenica calda.
Estate a metà.
Come quei libri che prima raccontano di piogge instancabili e labbra colme di baci e poi si travestono di sole cocente e brutte notizie.
Un’estate strana, quasi da riequilibrare, assegnarle un titolo e poi gettare alla rinfusa le note a piè di pagina. Come dare una spiegazione, delle parentesi in più.
Tra le pagine di questa mia estate trovo un episodio a cui sono molto legata, un segnalibro lo sottolinea, di quelli belli, dai contorni colorati, una cartolina non scritta sul retro, senza indirizzi, ma che ha il nome di una città: Verona.
Il caldo afoso, la gente tra le vie che, nonostante il meteo, non si fa sopraffare e gironzola in cerca di arte e scatti perfetti, sguardi veloci tra le vetrine e ristoro ai piccoli bar.
Tarda mattina e l’adrenalina in corpo. Quelle belle emozioni che fanno bene all’anima, quelle delle attese che sorprendono sempre, prima di stringersi e finalmente sentire la presenza, del fianco a fianco.
Un bel rapporto di amicizia, confidenze fugaci e tante risate, fantasie scritte come se fossimo due bambine a disegnare caricature e così poi trovarsi.
Perché non farlo? La bellezza degli incontri non passerà mai di moda anche in quest’era così tecnologica da far quasi paura.
E così, mentre aspettavo vicino alla casa di Giulietta, è partito il conto alla rovescia, il suo:
“10…
9…
8…
ci sono quasi…
7…
6…
5…
pochi passi…
4…
3…
2…
1…
Eccoti!”
E poi il nostro abbraccio.
La voce tremula, il sorriso stampato e i suoi riccioli d’oro.
I suoi colori nella calda estate, indossati come se di colpo fossimo diventate protagoniste di un racconto per bimbi, tra i libri alle pareti nel luogo dove ci siamo recate a fare due chiacchiere.
Gli sguardi timidi, lo stupore, l’esserci finalmente.
Valentina è la protagonista di questo racconto, di queste pagine segnate dalla cartolina dipinta a mano di una città storica.
L’emozione dentro al cuore perché, nonostante la temperatura torrida, la forza di incontrarsi e abbracciarsi ha avuto il sopravvento e la fortuna di immortalare tutto in uno scatto.
Rendere indelebile il ricordo. Segnarlo. Appuntarlo con i sorrisi a colori, perché io amo i libri illustrati, quelli che trattengono tra le pagine alcune foto.
Quelli biografici, in cui si narrano aneddoti e il lettore finisce con l’immedesimarsi, si sofferma sullo scatto, lo scruta oltre i visi ingessati in un sorriso, vede la felicità dell’essere insieme. Del finalmente siamo qui!
Debora Alberti per @tantipensieri
Immagine dal web