Si scappa dai propri pensieri per rifugiarsi in cuori stranieri, come clandestini in terre lontane si cerca riparo in petti diversi.
A volte ci si sente soli, anche in mezzo a tanti forse perché non si cammina sulla stessa strada anche se si è in una fila indiana sparpagliata.
Il cuore inizia a vagabondare in cerca di un riparo che possa, anche per poco, dare sollievo da una morsa troppo stretta che lascia un vuoto incommensurabile.
Scorrere tra i contatti e non trovare nessuno, per parlare, prendere un caffè o semplicemente sorridere, magari davanti al caffè che si raffredda.
Gli ostacoli sono tanti, i sogni restano immagini non tangibili che spesso si infrangono contro gli scogli dell’amara delusione.
Ma l’amarezza non può mai superare il dolce sapore che la vita dona ogni giorno, fermarsi a guardare le piccole cose, un’alba quando un nuovo giorno sta per nascere lasciando l’incognita di quello che potrebbe accadere.
Calpestare il tempo, voltarsi e vedere fin dove si è arrivati contado le impronte che faticosamente hanno condotto all’attesa di un nulla.
Giuseppe Caputo per @tantipensieri
Foto di @babyLux_93