Come riporta il titolo: la scuola di ieri e di oggi ma da dove iniziare? Di sicuro i tempi sono cambiati, così come sono cambiati il metodo d’insegnamento e il percorso scolastico. Nessuno nega che, con l’evolversi dei tempi, è giusto che anche la scuola nella sua totalità cambi.
Di sicuro vi sarà capitato di dire ad un figlio che vi chiede aiuto per i compiti “Ai miei tempi si faceva diversamente”. Questa frase è la prova che nulla è statico ma tutto si evolve.
Ciò che non dovrebbe mai cambiare in qualsiasi scuola di ordine e grado e in qualsiasi collocazione temporale, è il rispetto verso colui o colei che è l’origine del nostro sapere e della nostra cultura: l’insegnante. In questi ultimi giorni ho letto troppi articoli che raccontavano di episodi denigratori compiuti dagli alunni a discapito di questa figura, troppi bulletti a cui evidentemente sono mancati i cosiddetti calci nel sedere (metaforicamente parlando) da parte dei genitori o di chi ne ha la custodia e la tutela. Si dice che il buongiorno si vede dal mattino; ecco, partiamo dall’inizio.
Io ricordo che quando l’insegnante entrava in classe (non intendo necessariamente la propria insegnante), tutti noi alunni ci alzavamo in segno di rispetto. Ci rivolgevamo all’insegnante dando il “voi/lei”. Ricordo che ciò che i maestri dicevano per noi era legge, guai a disobbedire. Anzi, se qualcuno veniva rimproverato neanche si pensava di dirlo ai genitori perché sapevamo che scattava un’altra punizione.
Ora invece? Ora c’è uno scambio di ruoli, non è più l’insegnante che ammonisce ma addirittura lo studente che minaccia; il genitore diventa fan del proprio figlio e lo difende davanti al corpo docente minacciandolo di denuncia. Il futuro mi fa paura, ormai non ci sono più regole, non c’è più rispetto, non si riconosce più l’autorità della scuola.
I tempi sono cambiati è vero ma mi sento di dire che, nonostante il progresso attuale, si stava meglio quando stavamo peggio perché almeno l’educazione non mancava.
Giovanna Viola alias @GViola16
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