È il terzo millennio.

Oggi è la prima vera giornata di primavera che, pur in ritardo rispetto al calendario, ha “scaldato” è anche la domenica di Pasqua e dopo l’abbondate pasto la voglia di buttarti sul divano a sonnecchiare è tanta, te lo proibisci, ma anche se non ne hai molta voglia trovi la forza e così ti dici “dai muovi quel sedere che poi cresce troppo e vai a fare due passi”.
Così ti ritrovi nei tuoi posti preferiti, “i miei posti davanti al mare” come cantava anche Ivano Fossati.
La spiaggia quasi azzerata dalla mareggiata, ridotta a un solo fazzoletto disponibile intorno agli scogli, oggi nonostante il bel tempo ci sono mareggiate e una ventina di completi cretini adulti si sono fatti fare il bagno dalle onde, borse e cellulari inclusi, per poi rimanere sorpresi e non comprendere la fortuna di essersi salvati.
Più avanti dove la spiaggia non è stata mangiata dal mare, mi siedo ipnotizzata dalle onde spumose e aggressive. Una bambina con il suo secchiello verde lancia sassi a caso, alcuni sono molto grandi, dapprima nell’acqua ma non trovando soddisfazione prende a tirarli in direzione del passaggio delle persone, ma la mamma sta chattando, più di dirle “stai attenta alle persone” non sa fare, ovviamente senza mollare il cellulare un secondo e senza curarsi se la sua piccolina stia effettivamente attenta a non tirare pietre in testa al prossimo.
Una ragazzina sfida le potenti onde, sono altissime, tra la spiaggia e gli scogli, c’è il rischio che venga travolta e finisca in mare ma i genitori sono seduti a distanza di sicurezza e stanno chattando, ognuno di loro concentrato sul proprio display, ovviamente non riescono a far altro che infischiarsene della figlia che alla fine finisce inzuppata dalla testa ai piedi riuscendo fortunatamente a aggrapparsi allo scoglio e così non viene risucchiata da quell’onda enorme.
Decido di andarmene a camminare sul lungomare.
Sul marciapiede un bambino in bicicletta sta per centrare una signora anziana malferma sul suo bastone, ma il papà sta chattando e al piccolo biker più di dire “stai attento alle persone” non sa fare, ovviamente senza mollare il cellulare un solo istante e senza curarsi che non accada il peggio.
In questo quadro (dis)educativo e molto disarmante, mi allontano pensando a questo mondo e a come è cambiato, i piccoli e i ragazzini, andrebbero seguiti, indirizzati educati, purtroppo mi viene da pensare che avere dei figli sia soprattutto uno sbattimento energetico e il cellulare è un mezzo per evitarlo, ci si allontana dalle emozioni che la vita reale ci regala, dai veri rapporti con le persone e dalle cose davvero importanti per tutti noi.
Essere genitori/educatori non è per tutti… questo non si è ancora ben compreso.
E forse bisognerebbe stupirsi dei ragazzini allo sbando, che si uniscono in bande sbandate, o dei giovani studenti armati di aggressività fuori controllo che picchiano minacciano insultano i loro professori?!?

È il terzo millennio, somiglia molto alla giungla.

 

Marinella per @tantipensieri

immagini dal web

 

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