Una casa in aperta compagna, un rumore di vetri infranti, una colluttazione violenta, un uomo che si allontana in macchina a fari spenti per non essere visto, una donna che giace sul pavimento con gli occhi spalancati rivolti al soffitto.
Questa è la scena che si presenta sempre ai suoi occhi, sia di notte mentre dorme che di giorno mentre lavora.
Quella scena le procurava sempre i brividi, la faceva tremare come una foglia appesa ad un albero durante una folata di vento.
Margot posò la penna sulla scrivania e fece un respiro profondo. Era trascorso del tempo ma ancora non aveva dimenticato, si era trasferita a new york, aveva trovato un lavoro redditizio, viveva in un appartamento di lusso ma non viveva in pace con se stessa. Quello che la affliggeva piu di tutto era il tradimento di chi avrebbe dovuto amarla e proteggerla contro tutti e tutto, il tradimento da parte di chi ti curava e accudiva, da chi non ti saresti mai aspettato. Quella ragazza non c’era più e lei lo sapeva, non sarebbe piu tornata, era morta.
Aveva cercato di dimenticare, di andare avanti, di far finta che non fosse mai accaduto ma quelle immagini erano sempre lì, pronte a ricordarle che il passato non può essere cancellato con un colpo di spugna. Erano passati ormai 10 anni da quando era accaduto il fatto, in questi anni aveva regalato tanti sorrisi, tante strette di mano, nessuno aveva mai immaginato che dietro quella immagina felice e sorridente si celava una ragazza impaurita, sensibile, debole. Molti le avevano detto di dimenticare e non pensarci più, che doveva considerarsi fortunata perché si era salvata, che ormai suo marito era in prigione e che il suo intento di farla fuori per riscuotere il premio dell’assicurazione era fallito.
A nulla era servito il suo alibi, lei lo aveva riconosciuto nonostante il passamontagna ed era finito in prigione.
La sua cittá però le andava stretta, non sopportava più gli sguardi pietosi, le domande di circostanza, cosi aveva deciso di dare una nuova impronta alla sua vita, di ricominciare, a 32 anni aveva ancora tutta la vita davanti. Guardò al di là del vetro e le parse di vedere un quadro in una galleria d’arte: i grattacieli sovrastavano la città con la loro mole imponente, il sole stava tramontando e gettava una striscia rossastra su New York, le persone affollavano le strade a quell’ ora di punta, i taxi erano in fila in attesa di prelevare i passeggeri.
Era quella la sua vita ormai, nonostante la cicatrice indelebile che l’aveva marchiata, lei sarebbe andata avanti perché era forte, era una donna.
Sorrise per darsi forza e continuò a lavorare.
The end
Giovanna Viola alias @GViola16
Immagine presa dal web