Penso che non ci si abitui mai all’ ingratitudine, non si dà mai per scontata, invece riappare ogni volta, in modo cadenzato. Il ” foro ” che produce ci dilania all’ improvviso, distrugge una speranza, un segno, un atto d’ amore.
Chi conosce la gratitudine è ostinato, persevera nei suoi gesti d’ affetto, di sostegno, di comprensione; ma come sempre chi è ingrato risponde con indifferenza. L’ ingratitudine è incomprensibile da chi il cuore lo dona.
Cosa spinge gli ingrati a non ” ripagare” , a non rispondere con un altrettanto gesto o parola d’ affetto? Cosa vogliono ancora nonostante la loro lucida consapevolezza di aver ricevuto bene dagli altri? Quali radici li tiene ancorati a questa dimensione di indifferenza, insensibilità? Quali forze li trattiene tanto da non esser capaci di tagliare certe radici, radici di edera…
L’ ingratitudine continua, persistente, è forse non avere gli strumenti per dimostrare affetto? Paura che sia una forma di debolezza? Invidia che alcuni sappiano rendere trasparenti le proprie emozioni? Non sono capace di spiegarla perché non voglio farlo, non l’ approvo.
Gli ingrati pensano di donare qualche briciola, una stretta di mano leggera per poi subito ritirarla; pensano che gli altri intorno a loro si debbano accontentare del poco, anche costruito, per nulla naturale; non pensano però che prima o poi l’ ingratitudine verrà ripagata con la stessa moneta.
Dimostrare l’ affetto con un gesto, una parola, un pensiero, un’ attenzione non è un punto debole, è una forza miei cari ingrati. Cari sì, perché costate molto in energia, speranza, illusione; perché non ci sono sconti da parte vostra di nessun genere; perché non avete nulla dentro e vi prendete il tutto e il più che una persona può darvi. Cari ingrati il bene si rigenera se viene ricambiato, altrimenti muore; il bene continua ad esistere se c’è linfa per nutrirlo. Cari ingrati spesso apparite ridicoli nella vostra ostinazione, noi persone grate a volte ridiamo di voi perché ci accorgiamo del vostro limite, della vostra incapacità, della vostra ignoranza del bene. Sappiamo benissimo che è una vostra forma di difesa per sentirvi più forti e così noi ” attacchiamo ” con gli abbracci, i ” grazie” , i sorrisi…
Prima o poi deporrerete le armi, quando capirete che tutta questa guerra non serve a nulla se non a morire in trincea.
Grazie agli ingrati perché così facendo ci rendono migliori di loro.
@LeandraTersigni per @tantipensieri