Così, in questo passo fatto a mani giunte,
le periferie sono state scavalcate e
le scarpe inchiodate di Donata
sono potute rimanere sui gradoni dell’Arena
a penzoloni di parole esagerate.
Nessuna colpa, se alle fessure degli archi
preferì la luce della vetrina. In fondo,
anche lei cammina in bilico
tra sasso e poesia.
Alessandra Corbetta
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