Specchio specchio delle mie brame. Sono io il più bello del reame.

B. sostiene di aver conseguito una specializzazione ingegneristica negli Stati Uniti. Un giorno si trova a passeggiare in compagnia di un suo amico quando un turista di lingua inglese si avvicina per chiedere informazioni. B. fa rispondere l’amico, lei non aveva capito cosa volesse il turista.

D. racconta ad amici e conoscenti di essere il proprietario di una grande azienda edile. Peccato che da un mese sia in cassaintegrazione.
Un collega racconta a S. di aver lavorato settanta ore consecutive per consegnare l’ultimo progetto. Poco tempo dopo, in un convegno, S. ripropone la stessa storia non ricordandosi che quel collega è lì presente.
F. ha lavorato come progettista per grandi aziende di fama mondiale, cantieri navali e addirittura per la NASA, ma scrocca passaggi dai suoi amici perché non ha i soldi per aggiustare lo scooter.
Il narcisista patologico, a prima vista, è molto brillante e coinvolgente, si sa “vendere”. Quando conosce una persona nuova, mette in atto una sorta di rituale. Come un attore sceglie con cura gli episodi fantastici o modificati per apparire supereroe o vittima, e coinvolge la sua platea ricavandone piacere. Ha un esame di realtà quasi completamente compromesso, è caratterizzato da un Sé grandioso e da un’immagine idealizzata della sua vita e delle sue qualità. Esagera nelle sue innumerevoli versioni della realtà, non pensando neanche che gli altri possano metterle in discussione. Estrapola alcuni elementi dai racconti altrui e li elabora fantasticamente in maniera tale da apparire come vincitore assoluto. A suo dire ha un successo straordinario, amici in grande quantità pronti a sacrificarsi per lui (o lei). La ricerca spasmodica di pubblico che lo ammiri gli fa perdere di vista i suoi reali obiettivi, se mai ne abbia avuti.

Il narcisista parte da una negazione totale delle proprie emozioni e, di conseguenza, anche dei sentimenti altrui. Diventa subito grande amico regalando oggetti e compiendo favori non richiesti e invade così la vita dell’altro, pretendendo di essere osannato. Non si rende conto che il suo modo di fare a volte potrebbe risultare imbarazzante, ma anche se fosse così, sarebbe contento in quanto persino la “figuraccia” è funzionale al suo scopo di apparire unico e “super”. Prima o poi capita qualcuno che non sia più disposto ad assumere il ruolo di pubblico, ma inizi a dubitare dei suoi racconti e a contraddire la sua leadership fantasticata. Con la stessa velocità con cui è diventato amico, il malcapitato passa nel settore “nemici”. A quel punto il narcisista non perderà occasione per provocare e denigrare in pubblico quella persona, allo scopo di farla reagire e mostrare così al mondo di essere lui una vittima, ma non l’affronterà mai faccia a faccia. In questo modo potrà dare adito al pettegolezzo allo scopo di cercare alleati e non sentirsi solo. Il vero obiettivo è comunque di non voler essere mai superato.

Intimamente il narcisista non lascia avvicinare nessuno, altrimenti verrebbe scoperto il suo tremendo senso di inadeguatezza di fronte alla realtà. Esistono soltanto due casi in cui riesce a sostenere delle relazioni approfondite:

quando entra in contatto con un “crocerossino” o una “crocerossina” che lo asseconda in tutto, nella speranza di salvarlo. In questo caso il narcisista agisce senza scrupoli, come sadico sfruttatore. Insensibile alle emozioni altrui gioca a uno spietato tira e molla. Fa credere di avere un’ampia scelta di pretendenti mentre distrugge emotivamente il/la compagno/a, denigrandolo/a sia in privato che pubblicamente. Quando viene minacciato di essere lasciato rimette in atto il rituale del bravo venditore. Promette di migliorare implorando l’aiuto dell’altro che, essendo crocerossino/a, non sa resistere a un bisognoso e ricade nella trappola all’infinito.

oppure

quando si relaziona a persone con distorsioni della realtà simili alla sua. In questo caso entrambi sono pronti a sostenersi a vicenda nel loro mondo fantastico.

Per il narcisista, dunque, gli altri non sono visti come esseri umani, ma come oggetti per raggiungere uno scopo, immagini da usare per riempire quel vuoto affettivo enorme che caratterizza la sua storia emotiva. I suoi occhi non tradiscono: sono spenti e privi di emozioni, non presentano alcuna luce. Il narcisista nega la sua anima in favore dell’apparenza, ama la propria immagine e non chi sia realmente perché ne ha una visione offuscata. La nostra società incoraggia tali personalità proponendo, attraverso i media e le pubblicità, modelli di perfezione e bellezza esteriore praticamente irraggiungibili, dove l’abbondanza di denaro e fama è la sola cosa da ottenere per garantirsi una bella vita e dove truffare le persone è segno di intelligenza anziché di povertà interiore.

Pierluigi Avolio
Immagini dal web

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