Ci abbracciammo, la sua fronte che premeva sulla mia spalla, il suo calore che scaldava il mio cuore, la sentivo dentro di me, era quasi parte di me, il tempo si fermò, la felicità; ora sapevo cos’era.
Spostò il capo e per un attimo ci guardammo fissi negli occhi, stava per avvicinarsi quasi come per baciarmi, mi scostati e dissi “ferma, non posso” sorpresa rispose “perché?” “perché ti amo troppo e non potrei sopportare un tuo addio dopo questo”.
Se ne andò, sapevo non sarebbe più tornata.
Come Icaro, ero arrivato ad un passo dalla felicità e precipitai nella malinconia in meno di tre battiti.
Giuseppe Caputo
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