Quando mi sono fermato a riflettere sui miei desideri, sulle mie necessità non ho potuto fare a meno di chiedermi da dove provenissero tali bisogni, tali esigenze. Inevitabilmente ho dovuto ripercorrere le strade della mia infanzia, quelle della mia storia familiare. Un percorso a ritroso dentro stanze impolverate. Ero rimasto per lungo tempo, forse lo sono ancora, prigioniero del mio passato.
Gran parte della mia vita è stata caratterizzata dal bisogno di capire cosa esattamente e realmente era successo prima. Ma non è stato semplice, i nuovi bisogni tendevano a nascondere tutto, una coltre polverosa copriva ogni singolo momento e diventava oltremodo difficile capire quali erano i bisogni reali. Dunque tutto quello che volevo sapere di me, del perché di tanti miei comportamenti, della mia tristezza, di quel senso di inquietudine che non mi ha mai lasciato era riposto nell’intricato mondo dei ricordi. Quello che volevo scoprire, quello che volevo sapere era già successo nel passato, tutto quello che aveva mosso le mie azioni girava intorno a vicende già accadute, già vissute che avevano lasciato tracce indelebili dentro di me. È stato un po’ come ricongiungere fili invisibili, mettere insieme pezzi che sembravano incompatibili apparentemente.
Quindi per capire chi ero e cosa volevo realmente, ho dovuto setacciare dentro momenti dimenticati, riposti da qualche parte dentro di me. Per capire il perché di tante mie particolarità ho dovuto capire come funzionavo, cosa mi spingeva verso una direzione e non un’altra. Un viaggio dentro me stesso, un viaggio che dovevo fare, non avevo scelta; l’ansia e l’angoscia attanagliano la mia vita, avevo bisogno di risposte, avevo bisogno di capire. Quando certe verità sono venute a galla, pur comprendendole profondamente, non mi sono servite per perdonare, sono ancora pieno di rancore e di rabbia. La differenza è che oggi so da dove provengono e dove sono indirizzate, non è poco, anzi è tanto.
Questo mi ha evitato di provare un odio indiscriminato verso tutti ma di indirizzarlo meglio, con precisione. Ho scoperto molti punti deboli in cui vagavo senza capire, senza comprendere. Sono diventato una persona più consapevole, sicuramente più dura e inflessibile.
Ho sicuramente eliminato tante insicurezze, tanti spigoli ma confesso che spesso mi manca quel Maurizio così smarrito, pieno di dolcezze e fragilità, quello che credeva negli altri e puntualmente rimaneva deluso, pieno di sogni e illusioni, quello che leggeva le poesie di Rimbaud ad alta voce, quello dai capelli lunghi e lo sguardo di sfida verso il mondo, quello che camminava con i dischi di David Bowie e Lou Reed sotto il braccio, capace di innamorarsi ed emozionarsi per un sguardo furtivo. Mi manca tutto un mondo che ho dovuto sopprimere perché mi stava uccidendo e con esso quella parte di me che porto ancora dentro, un ragazzo dagli occhi grandi che in fondo voleva solo essere visto e amato per quello che era.
Maury
alias @freud2912