La solitudine

Questa parola genera spesso emozioni diverse a seconda degli individui: a chi fa paura, chi non riesce a farne a meno, chi non la sopporta e chi la ama. In generale, possiamo dire che spesso fa paura, in quanto chi non ha una autostima elevata tende a credere di non potercela fare da solo.

Un momento di solitudine è comunque indispensabile: serve a capire chi sei veramente e a renderti conto che ce la puoi fare, senza il bisogno di doverti aggrappare a qualcosa di  esterno. 

Spesso le persone creano inconsapevolmente un’ancora di salvataggio esterna che, col tempo, si rivela una delusione proprio perché vi sono state riposte tante aspettative. Avviene dunque una sorta di idealizzazione dove si  è spinti a credere che un’altra persona, una religione, un gruppo di altre persone possano risolvere il tuo periodo di difficoltà. Quando smetti di aspettarti che la realtà vada come vuoi tu allora, e solo allora, sarai adulto nel vero senso della parola, a prescindere dalla tua età.

La realtà è molto complessa e , per comodità , ognuno di noi crea una sorta di “rappresentazione” ossia un riassunto che permette di semplificare e categorizzare gli enormi stimoli che provengono dall’esterno. La categorizzazione è la principale responsabile del condizionamento: prova , adesso, a pensare alla parola solitudine: sono sicuro che , a seconda della tua esperienza , avrai uno stato d’animo positivo o negativo rispetto a questo termine. Ovviamente la rappresentazione della realtà è, per fortuna, modificabile, se così non fosse non sarebbe possibile nessun tipo di evoluzione.

Molte persone associano al concetto di solitudine una accezione negativa; questo perché dai nostri condizionamenti infantili provengono le idee di principe azzurro, principessa (daltonica? ) e castelli pieni di gente che balla. Altre persone, invece, gradiscono oltremodo la solitudine. Questo perché è possibile che abbiano avuto delusioni d’amore o relazioni traumatiche quando avevano riposto speranze di felicità in altre persone. Con il tempo ,  chiudono ogni possibilità di essere contattati nel profondo con la classica frase: “ Tanto si sta bene da soli”. Altri ancora abusano della solitudine perché hanno paura dei loro stati d’animo o si sentono inadeguati e questo, probabilmente, è dovuto ad una educazione molto critica e restrittiva che ha impedito loro il pieno sviluppo sociale. Socializzare è importante per favorire la sopravvivenza della specie, se stessimo bene sempre da soli il genere umano si sarebbe estinto da un pezzo.

 Ad ogni modo, l’equilibrio ideale è una alternanza tra la solitudine e la compagnia , preferibilmente gradita. Un sovraccarico di stimoli necessita succesivamente di un periodo di silenzio e riposo che permette di gustare pienamente il nostro corpo e i nostri pensieri più personali e piacevoli.

Ci si può allenare alla solitidine, alla compagnia e a stare bene: ogni giorno, prova a rimanere qualche minuto senza guardare la televisione, con lo smart-phone spento e, in silenzio, osserva il luogo dove ti trovi. Col tempo, se sei costante, riuscirai ad osservare la realtà con distacco e ti accorgerai, con stupore, che la bellezza si trova ovunque e che non bisogna fuggire da nulla, nemmeno dalla solitudine.

Pierluigi Avolio

Immagini dal web

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