Un temporale improvviso che coglieva tutto e tutti di sorpresa sanciva l’estate che stava finendo. Succedeva sempre così, l’aria che cambiava, il vento che arrivava minaccioso, il mare che smetteva di essere calmo e rassicurante e mostrava la sua forza. Ricordo l’allegria mista alla tristezza che la pioggia provocava, si correva tutti al lido e fiduciosi si aspettava l’arrivo del sole.
Ero solo un ragazzino, ultimo di sei figli, cominciavo a vivere la mia vita attraverso le emozioni dei miei fratelli. Ogni cosa raccontata, ogni esperienza che vedevo nei loro occhi sapevo che un giorno sarebbe toccata anche a me. Le passioni, il sesso celato da doppi sensi e sguardi maliziosi arricchivano la mia immaginazione. C’erano tutti, mio padre che trasognato ascoltava canzoni dal juke-box, lo guardavo sempre da lontano, con attenzione scrutavo i suoi movimenti. Era dolce con me, mi guardava come una cosa piccola, da proteggere.
Mia madre aveva lo sguardo triste, capivo che portava dentro un dolore, una ferita nello sguardo, non capivo perché, non avrei potuto capire. Ricordo sempre la dolcezza con cui accompagnava i miei passi, aveva capito che ero diverso dagli altri fratelli, mi guardava curiosa come se provasse a capire chi ero, perché fossi così.
L’estate era per tutti un momento da vivere insieme, la felicità sembrava dovuta, ogni cosa sembrava perfetta.
Eppure avrei dovuto capirlo che quei temporali improvvisi, che segnavano un passaggio di tempo, erano una metafora perfetta e implacabile di cosa era la vita. Tutto era transitorio, tutto si trasformava ma soprattutto ogni cosa sarebbe dovuta finire. Avevo fretta di crescere, di capire, giuravo che sarei stato un adulto diverso dai prototipi che osservavo, soprattutto non avrei rimpianto il tempo che sarebbe passato.
É strano come a un certo punto una persona si fermi e si renda conto di aver vissuto la fase più bella della sua vita sperando di superarla più velocemente possibile crescendo. Credo che in quei momenti sia nata la mia malinconia, quando cominciavo a capire che tutto sarebbe cambiato, tutto sarebbe finito. Ci sono state tante estati nella mia vita, tutte piene di aspettative per quello che vivevo e quello che mi aspettavo dalla vita.
Oggi vivo il momento del temporale, dove la natura chiede il suo conto, molte di quelle persone che hanno fatto parte della mia vita non ci sono più, non sento più quel fremito di entusiasmo salire dentro di me, molte risposte sono arrivate, ho smesso di fare domande. Voglio solo guardare le cose passare, lentamente, senza fretta.
Vedo i bambini intorno a me sorridenti, pieni di stupore, vedo mio figlio che mi guarda da lontano e vorrebbe tanto sapere a cosa penso, allora sorrido e penso che un giorno anche lui scriverà di me e ripenserà a come lo guardavo pensando solo a proteggerlo.
Maury @freud2912 per tantipensieri
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