Era un giorno come un altro, abbastanza caldo, squillò il telefono, mi chiesero di scrivere qualcosa, il punto era che con il caldo, vari impegni e quel bel sole era difficile concentrarsi. Così arrivò la sera, dopo cena uscii sul balcone, iniziai a guardare le stelle e a godere dei lievi rumori delle frivole notti estive.
Mi sforzavo a pensare a qualcosa, sentivo la confusione dentro la mia testa come una matassa di idee, avrei potuto scrivere qualcosa, di argomenti ce n’erano ma, ogni volta che provavo a sbrogliare quei nodi, inesorabilmente si allontanavano e da una confusione totale si passava a un vuoto assoluto.
Quel tipo di vuoto che ti lasci a fissare il vuoto per un po’ e dormi ad occhi aperti, ho vissuto il mio sogno ad occhi aperti senza rendermene conto.
Era solo un’idea scivolata dalle mani e lasciata chissà dove, come quel mozzicone di sigaretta che getti dal finestrino.
Giuseppe Caputo per tantipensieri
immagini dal web