La vendetta (I parte)

Tic tac tic tac tic tac tic tac tic tac

Si era appisolato sul divano perchè la febbre non gli dava tregua. A dire il vero non sapeva se era la febbre o la morte di un suo caro amico, avvenuta in circostanze misteriose una settimana fà, a farlo sentire cosi. Povero Brad, lo aveva visto pochi giorni prima della sua morte.  Il cadavere era stato rinvenuto dalla moglie che, rincasando dopo il suo turno di lavoro, lo aveva trovato già a letto ma con un coltello conficcato nel petto. Il sangue aveva impregnato pure il materasso, gli occhi aperti come quelli di chi non si aspettava un’azione cosi crudele, così vile, cosi meschina. Si era sentita male, aveva vomitato davanti a quella scena cosi raccappriciante. La polizia non aveva trovato alcun segno di scasso, nessun impronta. Brad non aveva nemici, un professionista affermato sempre pronto ad aiutare il prossimo. Anche la sua vita privata era molto tranquilla, sposato da poco piu di 1 anno ancora nessun figlio per scelta di entrambi, la passione per il nuoto, sport che praticava da quando era bambino. Niente lasciava presagire un finale cosi triste. 

Tic tac tic tac tic tac tic tac tic tac

Mattew guardò l’orologio a pendolo, erano le 17, doveva prendere l’aspirina. Si passò una mano sulla fronte per togliere le goccioline di sudore, aveva caldo. Si alzò dal divano in cui era sprofondato da giorni e si recò in cucina.  Aveva appena preso il bicchiere quando sentì un rumore. Nella stanza nessuna presenza oltre a lui perciò pensò di averlo solo immaginato. Versò l’acqua nel bicchiere e lascio cadere la pastiglia. Guardò le bollicine e, appena terminarono, fece un primo sorso. Non gli piaceva il sapore ma doveva finire la cura perchè di stare a casa non ne poteva piu, imprigionato in quelle quattro mura gli sembrava di impazzire. Si fece coraggio e finì di bere, aveva appoggiato il bicchiere sul moble quando sentì un altro rumore.

“Chi c’è “?.

Tic tac tic tac tic tac tic tac tic tac, l’unico rumore udibile era solo quello prodotto dall’orologio a pendolo.

Si mosse verso la finestra barcollando e sbirciò fuori, tutto normale. Le foglie degli alberi si muovevano a causa del vento ma il suo ululato era appena percettibile, “solo suggestione dovuta alla morte di Brad” disse a se stesso a voce alta per rassicurarsi.

Si girò tu se stesso e sussultò.

“Cosa ci fai qui, come sei entrato”?

“Dalla porta, non so attraversare i muri, non ancora almeno”, ghignò l’ospite inatteso.

“La porta era chiusa a chiave”, gli fece notare Mattew.

“Non mi offri nulla”? gli chiese sedendosi sul divano.

“Vattene”, gli ordinò Mattew, “non amo chi si introduce in questo modo in casa mia”.

“Butti fuori un amico? Non vogliamo ricordare i bei tempi? Non vuoi parlare di Brad? Non vuoi sapere cosa gli è successo?

Con soddisfazione, vide Mattew trasalire.

“Di cosa dobbiamo parlare? Brad era un nostro caro amico ed ora non c’è piu. Cosa c’è da aggiungere”?  inizò a sentire un forte mal di testa, le tempie gli pulsavano.

L’altro scoppiò a ridere, una risata fragorosa.

Mattew indispettito avanzò verso il telefono e prese il cordless: “Se sai qualcosa raccontalo, alla polizia”.

Gli dava le spalle quindi non si accorse che l’ospite non era piu sul divano.

“Mattew”, lo chiamò.

Si girò e sentì il freddo della lama che gli trafisse il petto. Vide i guanti neri che indossava il suo amico, guanti che non aveva visto prima perchè aveva tenuto per tutto il tempo le mani nascoste nelle tasche del cappotto. Riuscì solo a dire: “Perché ci hai fatto questo?  Eravamo tuoi amici” e cadde a terra, lo vide esalare l’ultimo respiro. Pulì il coltello, il sangue schizzò su quel corpo inerme, era soddisfatto. Ne aveva eliminati due, mancava solo il terzo, quello che odiava piu di tutti. Ed era stata proprio la futura vittima a facilitargli il compito invitandolo alla sua festa di laurea. Con un ghigno soddisfatto si avviò verso la porta lasciando alle sue spalle solo il rumore dell’orologio a pendolo.

Tic tac tic tac tic tac tic tac tic tac

 

Antony si era laureato con 110 e lode in medicina, aveva optato per una festicciola privata a casa sua, gli doleva solo non avere vicino altri due amici: Brad e Mattew, un destino crudele aveva spezzato le loro vite, una mano assassina aveva cancellato i loro sogni, il loro futuro. Come per Brad, anche per Mattew non furono trovate impronte o segni di scasso. Il corpo era stato ritrovato il giorno dopo, la signora delle pulizie si era recata al lavoro come tutti i martedì ma, non avendo ricevuto risposta nè al citofono nè al cellulare, si era insospettita perchè sapeva che Mattew aveva la febbre quindi non era in grado di uscire, temeva si fosse sentito male perciò aveva dato l’allarme. Tutto il Paese era rimasto scioccato, un secondo ragazzo ammazzato da ignoti, senza motivo. Mattew doveva dare gli ultimi esami per laurearsi in Biologia, il suo sogno era lavorare nei laboratori. Scacciò l’inquetudine con un gesto della mana, doveva godersi la festa, non era possibile cambiare il passato, doveva accettare il presente, accettare la loro assenza.

Finì di sistemarsi e si recò in soggiorno ad aspettare gli ospiti. Tutto era pronto, la tavola imbandita, alcool a volontà. Erano solo in sei: lui, Alexander, Anselmo, Osvaldo, Omar e Luigi. Erano da sempre i suoi amici più cari, insieme a Mattew e Brad, e solo con loro aveva deciso di festeggiare il suo traguardo.

Gli ospiti non tardarono ad arrivare e, dopo i soliti convenevoli, il divertimento ebbe inizio.

Erano a tavola quando Osvaldo propose un brindisi.

“Un brindisi ad Antonio per la sua laurea”, disse alzando il bicchiere. 

“ Un brindisi anche a due cari amici che non dimenticheremo mai”, aggiunse Luigi e tutti lo imitarono.

Dopo due ore la scena era la seguente: piatti con il cibo e bottiglie di vino totalmente vuote, Osvado sul divano russava leggermente, Alexander con le cuffie nelle orecchie ascoltava musica ed era in un mondo tutto suo, Aselmo raccontava una barzelletta come se avesse avutoun pubblico di fronte a sè invece lo ascoltava solo Omar, Luigi rovistava nei mobili alla ricerca di un’altra bottiglia, Antony si era coricato sul tappeto della sala e dormiva profondamente.

 

(to be continued)

 

Giovanna Viola alias @GViola16

Immagine presa dal web

 

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