La vendetta

Antony si era laureato con 110 e lode in medicina, aveva optato per una festicciola privata a casa sua, gli doleva solo non avere vicino altri due amici: Brad e Mattew, un destino crudele aveva spezzato le loro vite, una mano assassina aveva cancellato i loro sogni, il loro futuro. Come per Brad, anche per Mattew non furono trovate impronte o segni di scasso. Il corpo era stato ritrovato il giorno dopo, la signora delle pulizie si era recata al lavoro come tutti i martedì ma, non avendo ricevuto risposta nè al citofono nè al cellulare, si era insospettita perchè sapeva che Mattew aveva la febbre quindi non era in grado di uscire, temeva si fosse sentito male perciò aveva dato l’allarme. Tutto il Paese era rimasto scioccato, un secondo ragazzo ammazzato da ignoti, senza motivo. Mattew doveva dare gli ultimi esami per laurearsi in Biologia, il suo sogno era lavorare nei laboratori. Scacciò l’inquetudine con un gesto della mana, doveva godersi la festa, non era possibile cambiare il passato, doveva accettare il presente, accettare la loro assenza.

Finì di sistemarsi e si recò in soggiorno ad aspettare gli ospiti. Tutto era pronto, la tavola imbandita, alcool a volontà. Erano solo in sei: lui, Alexander, Anselmo, Osvaldo, Omar e Luigi. Erano da sempre i suoi amici più cari, insieme a Mattew e Brad, e solo con loro aveva deciso di festeggiare il suo traguardo.

Gli ospiti non tardarono ad arrivare e, dopo i soliti convenevoli, il divertimento ebbe inizio.

Erano a tavola quando Osvaldo propose un brindisi.

“Un brindisi ad Antonio per la sua laurea”, disse alzando il bicchiere. 

“ Un brindisi anche a due cari amici che non dimenticheremo mai”, aggiunse Luigi e tutti lo imitarono.

Dopo due ore la scena era la seguente: piatti con il cibo e bottiglie di vino totalmente vuote, Osvado sul divano russava leggermente, Alexander con le cuffie nelle orecchie ascoltava musica ed era in un mondo tutto suo, Aselmo raccontava una barzelletta come se avesse avutoun pubblico di fronte a sè invece lo ascoltava solo Omar, Luigi rovistava nei mobili alla ricerca di un’altra bottiglia, Antony si era coricato sul tappeto della sala e dormiva profondamente.

Era l’ alba quando iniziarono a ricomporsi, anche se ancora brilli per la serata appena trascorsa.

Antony propose un caffè per riprendersi e tutti furono d’accordo. Dopo circa 3 minuti, il vassoio con 6 tazzine era sul tavolo, ognuno prese la sua ma ne rimase 1.

“ Chi manca? “ chiese Antony guardandosi intorno .

“Manca Osvaldo”, disse Omar, “forse è andato via”.

“Bell’ amico, ci lascia qui e va via senza nemmeno salutarci”, intervenne Alexander facendo finta di essere offeso.

“Forse lo ha fatto e non l’abbiamo sentito”, ipotizzò Luigi scoppiando a ridere, tutti lo imitarono.

“Vado a lavarmi la faccia, altrimenti mi sento intontio”, disse Luigi appena dopo il caffè e si avviò verso il bagno situato in fondo al corridoio.

Un urlo li colse di sorpresa e li richiamò alla realtà, tutti accorsero. Luigi era seduto sul pavimento, la testa china sulle ginocchie, tremava e faceva respiri profondi. Un corpo era nella vasca da bagno coperto dalla tenda di plastica della doccia.  La scia di sangue presente nella stanza lasciava ipotizzare che la vittima era stata colpita davanti al lavandino e poi trascinata nella vasca, il sangue era schizzato anche sulle mattonelle.  Antony si avvicinò alla vasca con lo sguardo fisso sulla sagoma camminando lentamente, e trattenendo il respiro. Spostò il telo senza distogliere lo sguardo, apparve Osvaldo, era nudo e con la gola tagliata, un taglio netto, anche lui aveva gli occhi aperti.

Tutti guardavano in direzione della vasca, increduli, senza proferire parola, in stato di shoc.

La festa si era trasformata in un incubo, un altro amico morto, un’altra vita spezzata. 

Nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo dopo.

(to be continued )

Giovanna Viola alias @GViola16

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