Siamo reduci dalla finale di MasterChef, ci stiamo ancora abituando all’idea di non vedere più il tenebroso Cracco tra i giudici, stiamo familiarizzando nuovamente con cipolle e patate, alimenti banali, dopo aver studiato come diamine usare il plancton, la salsa udon gelificata ed il manzo wagyu. Godiamo ancora del fatto che non abbia vinto Gloria, questo è vero, ma siamo in quella fase in cui se un amico tira in ballo la cucina gli altri gli danno di gomito come a dire “Dai, non infierire, cambia argomento…“.
Non ci danno il tempo di rialzarci che ecco arrivare la bastonata da k.o.: stasera inizia Celebrity MasterChef. Penso che se avessi chiesto ad una persona presa a caso dalla strada di dirmi un’idea più inutile su un programma da fare in tv non ci sarebbe riuscita.
Mi sono dovuto rassegnare ai programmi “junior”, con bambini che cantano, bambini che cucinano, bambini che fanno torte, bambini che recitano, ma mai con bambini che facciano i bambini e non gli animali da palcoscenico. Sinceramente trovo abbastanza riprovevole che li si usi per fare audience, ma il mio parere e conta meno di zero.
Spererei, però, che almeno i VIP ce li risparmiassero!
A parte il fatto che il concetto di celebrità è abbastanza particolare, se queste persone sono davvero Very Important non hanno altro modo per portare a casa la pagnotta che andare a bischereggiare in tv? Perché di questo si tratta. Pensate ai programmi in cui i concorrenti vengono affiancati dai VIP: raramente ho visto questi ultimi impegnarsi, perché tutto sommato a loro che frega? E allora, perché mi dovrebbe interessare di vedere Mara Maionchi cucinare così, tanto per fare? Per loro la vittoria finale non è l’obiettivo, non devono tirare fuori quella che a Napoli chiamano la cazzimma, non hanno la rabbia agonistica di un concorrente al quale i soldi del montepremi e la notorietà cambiano la vita.
Diciamocelo sinceramente: se ad un programma come MasterChef fai partecipare persone che in caso di eliminazione vanno a far presenza in un’altra trasmissione, togli l’ansia da prestazione, il pathos del momento in cui si decide chi rimane e chi va a casa. Ed allora cosa resta? Se togliamo al pubblico la capacità e la voglia di immedesimarsi nel concorrente che più sta simpatico e di tifare per lui affinché realizzi il suo sogno (o anche di tifare contro quello che sta più sulle palle), il programma diventa interessante tanto quanto può esserlo per me la pubblicità degli assorbenti interni.
Nessuna di queste celebrità diventerà uno chef, non stiamo assistendo all’eventuale nascita di un genio dei fornelli. Per quanto si possano impegnare, è come se noi ci giocassimo una birra con gli amici. Loro invece della birra hanno un bel gettone di presenza. E se vanno a casa chi se ne frega.
Ma se se ne fregano loro, quanto possiamo appassionarci noi?
Datemi retta, se vi piace vedere cucinare, piuttosto che un VIP (???) ai fornelli, guardate cucinare vostra moglie, vostra madre, i vostri familiari. Loro sono gli unici VIP della vostra vita. E cucinano per amore, non per un gettone di presenza.
Lello (@lellskitchen)