Vince la sessantasettesima edizione del Festival di Sanremo:
Francesco Gabbani
Ed ora tocca a noi.
Eccovi i nostri #tantipensieri sulla manifestazione canora italiana più antica della tv:
Pensando al festival di Sanremo, il primo pensiero è all’immediatezza delle cose belle, come una bella musica o un ritmo che ti prende irreparabilmente. Quanto velocemente entra nel mondo del mi piace una canzone? Delle volte, rimane subito addosso, appena la ascolti. Ti si scolpisce nella mente. Delle altre volte, in mezzo al mare dei ricordi riaffiora, come un tesoro sommerso, portando via tutti gli altri pensieri. Come una lucciola che ti entra dentro dall’orecchio e illumina il senno. Basta un ascolto. Forse perchè una parte di noi è fatta di musica, in fondo anche noi vibriamo nel profondo. Quante memorie legate alle canzoni, quanti brividi quando le risenti. Incantesimi per le orecchie.
Allora guardo Sanremo cercando: nuova magia, nuovo sapore e nuovi futuri ricordi. @ilPhirlosofo
Una mia primavera di tanti anni fa è stata segnata da una canzone, portata a Sanremo nel 1981, appunto, ‘Maledetta primavera’. Loretta Goggi, che la interpretava, parve aver letto quello che mi portavo dentro, la mia prima infatuazione, tra sogni, incontri e .. fretta appunto, che fretta c’era… @_Belcor_
Il Festival ormai sta alla musica italiana come l’accanimento terapeutico sta alla medicina. @Ilpuntodilello
Le abitudini, gradevoli o pessime che siano, hanno sempre un potere riequilibrante e così Sanremo. L’evento televisivo, che con la musica ha molto poco a che spartire, ma che serve alle persone come rituale rassicurante, la conferma che certi meccanismi non muoiono mai. @Frablublu
Colpisce, forse più che in altri anni, la qualità delle canzoni. In negativo. Si sa che al Festival non si portano mai, almeno recentemente, i lavori migliori; questi vengono lanciati nell’anno con una programmazione attenta da parte delle case discografiche. La cosa che colpisce maggiormente è la bassissima qualità dei testi. Ancora le solite rime baciate o testi sconclusionati. Rarissimi quelli interessanti (o almeno parti di canzoni). Agli artisti che si ostinano a scriverseli da soli (magari anche la musica) pensando di essere geni, è consigliabile andar a vedere chi ha prodotto i passati capolavori festivalieri. È facile con internet. Troveranno nomi illustri di parolieri che per decenni hanno sfornato capolavori a vantaggio di bravissimi cantanti consapevoli che ognuno deve fare il proprio mestiere. @Conte27513375
“Le stecche ci sono. Portate il biliardo” @Valentina_G121
“Professione? Moglie di Ramazzotti” – “I ventenni che cantano di grandi amori e errori di vita, non mi piacciono.”@lateoriadelboh
“Non è più buona musica, è una passerella in cui conta solo la visibilità. E non vince mai la canzone migliore”@2FIRSTLINE
“Il mio Sanremo inizia con Adesso Tu e da allora mai avrei immaginato di emozionarmi per una “scimmia nuda che balla”. “Amen” mi risponderebbe” @petruscaA
“Sanremo, gli occhi di mia madre pieni di sogni in quelle notti di note senza tempo. Cantava, poi mi guardava ed io ero felice” @Freud2912
“Per me Sanremo significa:
Vasco, Zucchero, Eros, Laura Pausini, Adriano Celentano, Subsonica” @arica72
Li scrivo in ordine casuale, ma ce ne sono e ce ne saranno altri di grandi artisti lanciati da Sanremo, che ci piaccia o no.
Però Vessicchio non me lo dovevi fare! -“Perché Sanremo è Sanremo” @arica72
Ps: non dimenticheremo mai Sciope’! Grazie Totti!
Il team di tantipensieri
1958: