Ho reincontrato per un caffè la mia fidanzata di quando avevo 18 anni, il mio primo amore forte. Lei, la bellissima maneggiare con cura, mi ha risvegliato tutto un variopinto sentimento di nostalgia a ciò che era, che ero: un fiore delicato. Sapendo di vedermi dopo 19 anni mi ha riportato una cosa, due versi che le scrissi quando ci siamo lasciati nonostante entrambi non volessimo (ma quella è la storia di quando sono partito, per 6 mesi, alla ricerca di me stesso), scritto su un foglio bianco con il pennarello blu, senza né forma né sostanza, solo un dolce addio.
Un pezzo ve lo devo far leggere:
“Qualunque fiore tu sia, quando verrà il tuo tempo sboccerai.
Prima di allora potranno passare lunghe e fredde notti,
dai sogni che ne verranno trarrai nutrimento.
Perciò sii paziente verso quanto ti accade, curati,
amati senza paragonarti a nessun altro fiore.
Perché non esiste fiore più bello di quello che si apre alla pienezza di ciò che è
Quando questo avverrà allora potrai scoprire:
che andavi sognando di essere un fiore che aveva da fiorire”
Lei era dannatamente fragile e gonfia di emozioni insomma un casino. Nel contempo quella era la qualità che di lei mi faceva impazzire ed a lei devo ciò che so sull’argomento.
Con le persone fragili devi fare come con gli scatoloni che contengono bicchieri di cristallo, la presa deve essere salda se no cadono, ma le dita non devono stringere troppo; altrimenti vi troverete solamente con piccoli pezzettini taglienti su tutto il vostro bellissimo parquet di iroko.
Loro sono persone che sentono tutto, anche cose lontane. Forse delicate si, ma vive davvero. Loro amano, sono folli, usano fuggire per difendersi e non devono per forza attaccare aggressivamente. Persone che non fanno paura, luminose e brillarelle, ma che si sentono sempre al buio. Anche se secondo me, un bellissimo fiore, nonostante il buio, rimane sempre un bellissimo fiore.
Poi le vedi piene di cicatrici; Topografiche cartine che mostrano il loro viaggio nella vita. Si, perché, per sentire, bisogna imprimere su se stessi l’oggetto della percezione ed alle volte questa cosa lascia solchi. Non hanno altro modo che vivere se non sbattendo la faccia ed ogni emozione è intensa, troppo, quindi spesso fa male e ferisce. Meno male che insieme al sentire viene dato in omaggio il rinascere meglio, come una fenice che brucia nel fuoco della sua passione, diventando, niente più che una presa di cenere; per poi rinascere con tutte le piume nuove e decisamente più saggia.
Per relazionarti con esse devi usare polso fermo e dita di velluto. Il polso fermo è per i tuoi valori, per quello in cui credi, la tua forza di sorreggere e salvare. Le dita di velluto per cercare di non romperle o sporcarle l’animo, perché bisogna preservarle nel loro candore.
Ogni volta che mi accosto ad una persona così mi vien voglia di star li immobile ad osservarla, di nuotare nel mare dei suoi pensieri, nella moltitudine delle sue emozioni: come dipinti astratti da guardare continuando a girare il quadro.
Delle volte lo faccio ancora, mi apro prima io e cerco di essere gentile. Cerco di percepire quello che loro sentono, vado oltre le parole o i gesti, cerco le voci più sottili del loro comunicare (amo i segreti e sono curioso come un bimbo vispo). Quasi sempre vengo travolto da tutto quel provare cose. Col sorriso, ma travolto.
In fondo bisogna solo usare il metro dell’empatia, lasciando buon sapore. Essere una torre di Babele delle emozioni ed imparare ogni giorno lingue nuove, così; nuove destinazioni. La condizione essenziale é cercare di essere soffici, accoglienti, come quando apri una finestra appena ti svegli da un incubo e prendi una boccata di aria fresca… Allora davvero vedrete quanto hanno di prezioso da dare.
Con la speranza che la prossima volta che vedrete un fiore al buio, lo guarderete bene bene.
Faccio come un punto e virgola; che segna di prendere fiato prima di affrontare un nuovo concetto, ma che non ne interrompe il senso d’insieme… e vi dico a presto.
(P.S. Se lo volete sapere lei poi è sbocciata, ora ha due figli un marito ed un sogno. E’ stato bello rivederla)
@ilPhirlosofo