Me lo chiedo, me lo chiedo piuttosto spesso e immagino me ragazzina in questo mondo così diverso da quello in cui sono cresciuta e diventata donna. E ho un po’ paura.
Certo, ogni generazione non comprende fino in fondo, e forse ritiene più superficiale, la generazione che viene dopo, ma qui sto solo riflettendo a voce alta sui quei cambiamenti che coinvolgono noi e i nostri figli a livello di socializzazione.
È diventato difficile incontrare un amico, un vicino di casa o un parente perché siamo tutti molto impegnati e non abbiamo tempo, ma per contro è piuttosto facile entrare nel nostro telefonino e conoscere, parlare, scambiare segreti e inquietudini con perfetti sconosciuti.
Questa è una grande e affascinante opportunità, ma allo stesso tempo è un motivo di grande preoccupazione.
“Chi sta veramente dall’altra parte del telefonino? Chi si nasconde dietro quell’impersonale fotografia? Chi è che ci scrive quelle bellissime parole?”
Spesso è bello sognare su di una persona e immaginarla proprio come piacerebbe a noi, ma spesso è estremamente difficile anche per noi adulti capire con chi in realtà abbiamo a che fare.
“E sarà in grado di farlo un adolescente lasciato da solo a fantasticare davanti a una tastiera? Qualcuno ha mai spiegato a quel ragazzo che mettersi in rete (sia un gioco online o sia un social) con nome e cognome reali potrebbe essere rischioso? Gli hanno mai detto che l’amico virtuale con cui crede di parlare e cui ha inviato qualche sua fotografia potrebbe essere in realtà una persona completamente diversa che ha interessi tutt’altro che ingenui e disinteressati nei suoi confronti?”
Penso alla ragazzina ribelle e sognatrice che ero e non posso fare a meno di rabbrividire, di pormi queste domande. Preoccupante è che mi capita di parlare con genitori di bambini e ragazzi che questi problemi ancora li sottovalutano o li ignorano, spesso soltanto perché, lo dicono loro stessi, sono molto lontani da Internet e dal popolo virtuale (meraviglioso ma a volte distorto) che lo popola.
Personalmente trascorro molto tempo dentro questo mondo virtuale, ma lo faccio con la consapevolezza di una donna che dalla vita, a proprie spese, ha già imparato parecchie cose.
Certo, non possiamo controllare un adolescente in ogni cosa che fa, non sarebbe nemmeno giusto ma nostro dovere è metterlo in guardia ed in grado di porsi le stesse domande che noi ci poniamo.
La mia è una semplice riflessione, ma l’aspetto oltremodo inquietante è che non nasce dal nulla. Nasce da una storia vera vissuta da un’amica, mamma di una ragazza di sedici anni che un giorno, giocando online, ha conosciuto un amico speciale, che poi così speciale non era. Quella mamma, allarmata dal comportamento della figlia, è riuscita a mettersi in mezzo e a portarlo allo scoperto e alla fine l’ha denunciato. Non era un amico, non era un ragazzino: era un uomo adulto che da quella ragazza cercava tutt’altro che l’amicizia.
Emma Lu Griffin